"La strana coppia" Bollani-Grandi non convince! (Foto)
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CATANZARO, 18 NOVEMRE 2012 - Li hanno definiti la strana coppia e strani lo sono stati davvero. Ieri sera a Catanzaro, il duo Irene Grandi- Stefano Bollani è stato accolto da un gremito Teatro Politeama colmo d’aspettative che, in base all’opinione di chi scrive, sono state in gran parte deluse.[MORE]
L’eclettismo di Bollani e il suo estroso genio hanno dato mostra di sé ad ogni nota, dimostrando il suo eccezionale talento come improvvisatore e fantasioso cantante. Di riflesso però, abbiamo assistito ad una Irene Grandi senza troppe pretese, costretta in un abito che non le si addice. La sua voce rock stona completamente con il calore e l’armonia che emergono dal piano di Bollani. Una teatralità eccessiva avvelena anche il suo famoso successo “Prima di partire per un lungo viaggio” in cui si assiste ad una Grandi che esaspera il suo personaggio per dar sfogo ad una passione che, francamente, non raggiunge l’uditorio.
Coppia inedita, ma inammissibile, dunque, Stefano Bollani e Irene Grandi che hanno presentato il loro album nato da un progetto che era in cantiere da tanto tempo, circa dieci anni, e realizzato in poco più di dieci giorni. Piano e voce che mescolano il jazz, il samba e i suoni caldi del Brasile, con l’aggiunta di cover italiane e straniere.
Tuttavia è di gran gusto la scelta musicale che, con maestria, spazia dalla bosa nova all’alternative rock, passando per lo swing e il soul, aggiungendo pennellate di brio con “Viva la pappa col pomodoro” e “La Forma”. Quest’ultimo, in un insolito matrimonio tra pop e rap, si snoda sull’onda dei ricordi dei due artisti, quando molto giovani intrapresero il loro primo viaggio musicale insieme, all’inizio degli anni 90 con il gruppo appunto chiamato “La Forma”.
Il concerto si è aperto con la versione italiana di “Olhos nos olhos” (Occhi negli occhi) del brasiliano Chico Buarque e con leggerezza si è lanciato in pezzi di repertorio come “Feelin’ good”, portata al successo da Nina Simone; “You're All I Need To Get By”, registrato dal riuscito duo Marvin Gaye and Tammi Terell e riproposto da Aretha Franklin in una celeberrima cover; “Dream a little dream of me”, sfumata in un intramontabile “Sweet dream” degli Eurythmics e ancora “For once in my life”, con la quale, nel 1968, Steve Wonder riuscì ad ottenere la seconda posizione sia della Billboard Hot 100 che della classifica Billboard Black Singles.
Affascinante la scelta di dar spazio all’entusiasmante produzione giovane italiana, offrendo al pubblico l’opportunità d’immergersi in un’inaspettata “Come non mi hai visto mai”, inedito scritto da Cristina Donà e Saverio Lanza, in una melliflua “Costruire” di Niccolò Fabi e in una struggente “Scusami” di Joe Barbieri. Infine, come dimenticare l’eccellenza al piano nel regalare al pubblico una maestosa “No Surprises” dei Radiohead e una fresca “A me me piace ‘o blues” di Pino Daniele che ha chiuso la scaletta.
I primi trenta minuti dello spettacolo sono stati caratterizzati prevalentemente da sonorità portoghesi, quindi, anche se il pubblico non pare apprezzare particolarmente. Il risveglio sopraggiunge con i riff incalzanti quanto martellanti di Bollani che, alternando dal piano forte a coda al Fender Rhodes, ha dato libero sfogo alla sua creatività non solo suonando, ma anche cantando. E che voce! Calda, seducente e blues. Quello che avrebbe dovuto creare il duo, era un’atmosfera che si respirava negli anni ’50 nei club caratterizzati da sigari accesi, cognac in mano, mentre ci si incantava grazie alle sonorità avvolgenti e calde della bossanova.
In conclusione, un concerto che di certo farà storcere il naso ai puristi che vorrebbero un Bollani dedito esclusivamente al jazz, con qualche rara deviazione alla classica. Ma da gran musicista qual è, Stefano è al di sopra dei generi ed ha dato un’ottima prova. Un po’ più mite la resa della Grandi che però è riuscita a trasmettere al pubblico il suo entusiasmo per questo progetto che ripercorre la sua vita e il suo io come artista.
Ilaria Stanà e Mariagiorgia Vitale