La silloge di poesie “Sussurri del Reventino” chiude la rassegna culturale “Inchiostri d’autore”
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LAMEZIA TERME 24 GIUGNO - Il Reventino è il protagonista assoluto della silloge di poesie “ Sussurri del Reventino” di Maria Grazia Paola presentata nell’ambito della rassegna “ Inchiostri d’autore” svoltasi nei locali della Tipografia Grafiché di Lamezia Terme. Rievocato nelle sue bellezze naturali, nei momenti di intensa felicità ma anche di ristrettezze economiche,che costrinsero molti conflentesi ad emigrare nelle Americhe alla ricerca di un futuro migliore, il Reventino ricorda alla poetessa, già autrice di un’altra opera poetica ispirata ancora alla sua terra d’origine, il tempo che passa e la sua infanzia ivi trascorsa, lasciandosi travolgere dalla nostalgia di ritrovare la propria terra che ama profondamente e di coglierne negli angoli più riposti i profumi e l’odore del mare, anche se lontano, che il vento diffonde in tutto il suo paese. A presentare la silloge il critico letterario Pasquale Allegro che, affiancato dalla giornalista Maria Scaramuzzino, è riuscito a penetrare nella sua essenza ritenendola « un mezzo di trasporto per l’altrove e capace di condurci in un viaggio che affascina tra musica, zampogne e tarantelle». Nelle poesie di Maria Grazia Paola sono i luoghi che raccontano segreti preziosi destando profonde emozioni, «raccontano – scrive l’autrice nella prefazione - mille storie che essi custodiscono tra le crepe dei muri diroccati o tra i brandelli di arnesi arrugginiti rimasti ammucchiati nei cortili.
Le pietre, gli alberi, i fiumi mormorano segreti». Luoghi coperti di muschio e foglie secche narrano momenti di vita, di stenti, sofferenze, disagi, feste, danze o il ritorno dei conflentesi dai campi di prigionia o l’eroismo dei caduti in guerra come pure la scelta obbligata dell’emigrazione verso gli Stati Uniti. Infatti partirono intere famiglie lasciando il Reventino disabitato e, a causa delle guerre mondiali, molti giovani persero la vita nei vari campi di battaglia. Sono sempre i luoghi a raccontare come i casolari abbandonati, con le porte spalancate o rimaste incatenate con i catenacci arrugginiti, che richiamano alla memoria storie di gente che ha lavorato lontano dalla sua terra e sofferto anche se rimasta legata col cuore sempre ai luoghi di origine e soprattutto alle tradizioni religiose.
Gli emigrati si sono sentiti fortemente devoti verso la Madonna di Visora alla quale, anche in passato si rivolgevano per attingere forza e coraggio in situazioni di estrema difficoltà, sofferenza, fame, malattie e povertà: partirono verso l’ignoto analfabeti e senza soldi, senza affetti, senza guida e senza conoscere le lingue straniere cercando coraggiosamente di farsi accettare da porte chiuse e diffidenti senza interrompere mai il dialogo con la propria terra. Ed è proprio il Reventino che sussurra i sospiri dei suoi emigranti, dapprima sofferenti in terre lontane e poi col passare del tempo contenti di aver raggiunto per sé e per i figli condizioni di vita agiate. « Con gli emigrati – ha affermato Maria Grazia Paola - è emigrata la storia, la cultura, la fede religiosa, gli usi, le consuetudini, i profumi, le primavere mentre rimangono sempre rispettosi verso la terra dei padri, conservando l’amore per le proprie origini». Nel corso dell’incontro i presenti hanno potuto godere di un saggio di alcune poesie di Maria Grazia Paola attraverso una brillante interpretazione da parte di Giancarlo Davoli accompagnato al violino dal maestro Debora Stranges.
Foto: Allegro, Paola e Scaramuzzino
Lina Latelli Nucifero