Cronaca

La Sicilia è in fiamme ma i forestali sono costretti a restare a casa. La denuncia dei sindacati

 PALERMO, 26 GIUGNO 2014 - “La Sicilia e Palermo vanno a fuoco. Ettari ed ettari di superficie boschiva distrutti con danni irreversibili per il patrimonio ambientale, mentre i lavoratori sono a casa”. I segretari di Flai, Fai e Uila denunciano l’attuale drammatica situazione dell’isola che è tutta in fiamme a causa del mancato avvio al lavoro dei forestali. Spiegano i sindacati che sono stati licenziati 5 mila lavoratori che dovevano occuparsi della realizzazione dei parafuoco, i quali avrebbero evitato la diffusione dei roghi.

Oltre ai 5 mila lavoratori in meno, ce ne sono altri 1.600 che sono stati già selezionati e che quindi potrebbero essere operativi ma che invece non hanno avuto ancora l’ok per iniziare il loro lavoro. Solo 300 di loro sono operativi, ma non possono svolgere per come si deve la loro mansione perché non forniti di mezzi, autobotti e dispositivi di sicurezza adeguati. La situazione -  a detta dei sindacati - è gravissima e incompresibile. [MORE]

“La politica e i dirigenti dell’Azienda foreste – dicono i segretari di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, Tonino Russo, Adolfo Scotto e Giuseppe La Bua – devono assumersi la responsabilità del danno fatto al patrimonio boschivo, del pericolo a cui hanno esposto migliaia di cittadini e del grave disagio creato a tutti i lavoratori forestali e alle loro famiglie, del comparto antincendio e manutenzione, che sono rimasti a casa mentre le nostre montagne vanno a fuoco”.

"Il presidente della Regione deve intervenire subito - continuano i segretari - l’immobilismo della burocrazia sta generando condizioni inaccettabili. Speriamo ora sia chiaro alla politica e all’opinione pubblica quanto sia prezioso ed importante il lavoro svolto da questi lavoratori in termini di prevenzione e salvaguardia di tutto il territorio”

Michela Franzone