Economia
La settimana della verità
ROMA, 18 OTTOBRE 2011- Significativo passo indietro da parte di Berlino sul vertice UE che si terrà domenica 23 ottobre a Bruxelles. La riunione tra i capi di stato europei, nella quale verranno discusse le soluzioni da adottare per sciogliere il nodo dei debiti sovrani europei, non sarà decisiva per le sorti delle economie dei paesi dell'Unione. Lo ha comunicato alle ore 13.00 di ieri uno dei portavoce del cancelliere tedesco Angela Merkel insieme al ministro dell'economia Schauble.[MORE]
Una doccia fredda che ha raggelato le principali borse europee, le quali dopo l'iniziale rialzo all'apertura, hanno chiuso la giornata di ieri in rosso: Francoforte meno 1,8%, Parigi meno 1,6%, Milano meno 2,3% e l'euro sceso a 1,37 sul dollaro. Sorprende, come scrive il Corriere della Sera, un simile atteggiamento da parte del capo del governo tedesco e del suo entourage, viste le dichiarazioni rilasciate solo sei giorni fa. Nel corso della visita al leader vietnamita Ho Chi Minh del 12 ottobre scorso, infatti, la Merkel si riteneva sicura del fatto che tutti i paesi membri dell'Eurozona avrebbero ratificato l'aumento del Fondo salva Stati a 440 miliardi di euro, nonostante il no della Slovacchia. I maligni insinuano che il dietro front da parte della Merkel sugli esiti del vertice di domenica prossima sia imputabile ad un timore di declassamento del rating tedesco da parte delle agenzie di pertinenza. Staremo a vedere, intanto il conto alla rovescia è già scattato e domenica è dietro l'angolo.
Scorrono le lancette anche per il primo ministro greco George Papandreou, il quale spera in una risoluzione definitiva dal vertice di domenica prossima. In questi giorni, infatti, la commissione composta da UE, Fondo Monetario e Banca Centrale Europea sta deliberando sui famosi otto miliardi di aiuti da destinare ad Atene. Come contropartita, il capo del governo ellenico presenterà al parlamento le nuove misure di austerità che impongono, tra le altre cose, sensibili tagli agli stipendi della pubblica amministrazione. Le opposizioni si sono già mosse e si muoveranno contro la proposta del primo ministro: è stato indetto, infatti, per mercoledi e giovedi uno sciopero generale che andrà ad unirsi alla sfliata di ieri per le strade di Atene dei poliziotti greci. Ma i problemi del debito pubblico greco riguardano anche, ed in modo particolare, le banche.
Oggi, infatti, si discute a Bruxelles della possibile ricapitalizzazione di 60 istituti di credito che detengono nel loro attivo titoli di stato ellenici, svalutatisi a seguito delle massicce vendite di questi mesi sul mercato secondario. La ricapitalizzazione risulta necessaria in virtù del "taglio di capelli", come è stato chiamato, che verrà imposto a banche e a creditori privati in genere, i quali dovranno accettare rimborsi più bassi per i titoli ellenici da loro posseduti, ai fini di una ristrutturazione del debito pubblico greco. Al vertice europeo del 21 luglio si era parlato di un taglio dei rimborsi pari al 21%, oggi del 50%. Anche qui chi cicrà vedrà, nella speranza che la settimana in corso possa essere decisiva.
(notizia segnalata da Michele Ciccone)