Pubblica Istruzione
La scuola pubblica risponde al premier: sul web esplode l'indignazione
BOLOGNA, 3 MARZO - Gli attacchi gratuiti e ingiustificati del premier alla scuola pubblica, definita luogo in cui vengono “inculcate” ai ragazzi nozioni distorte da quelle dei genitori, trovano sul web la risposta indignata di docenti, alunni, politici e militanti nel mondo della cultura.
Dopo la replica del leader del Pd Bersani (“La scuola pubblica è nel cuore degli italiani. Da Berlusconi arriva uno schiaffo inaccettabile”), e di Franceschini (“Subito in piazza per difendere l’istruzione pluralista”), anche i sindacati e il mondo della scuola insorgono.[MORE]
Sul sito di Repubblica infatti è stato aperto uno spazio libero dove poter esprimere la propria opinione a riguardo e poter firmare in difesa della scuola pubblica. E tutti concordano che le parole di Berlusconi, ancora una volta, sono assalti di chi vuole imporre la propria visione univoca della realtà distorcendola e travisandola, gettando veleno sul sistema di Stato, che mai come, ora in un momento così delicato, andrebbe sostenuto.
All’appello di Repubblica hanno aderito da Veronesi a Camilleri, da Vecchioni a Fo. Poi ci sono sindacati, docenti, genitori, studenti. "Difendo la scuola pubblica perché ci siamo cresciuti, -dice Dario Fo- ci ha fatto diventare grandi e perché è la sola istituzione pedagogica che ha creato una tradizione culturale nel nostro Paese, basta pensare che il rapporto degli alunni che frequentano la scuola pubblica e quelli iscritti alla privata è di 1 milione a 50mila". Dai commenti lasciati sul sito di Repubblica emerge non solo sdegno ma anche rassegnata insofferenza di chi sta vedendo crollare nelle mani di un politicante un intero sistema.
Sono in milioni le persone che si sono espresse sul web, circa 800 mila insegnanti e 300 mila non docenti, quasi 8 milioni di alunni e 16 milioni di genitori, più dirigenti scolastici. Tutti rivendicano diritto allo studio, denunciano la paura da parte di Berlusconi della scuola non asservita, chiedono il sostegno di Napolitano per mettere da parte l’elemento di disturbo della democrazia italiana. La situazione si infervora di giorno in giorno.
Ilaria de Lillo