Parola e Fede
La saggezza deve precedere la verità: il principio della gradualità
Vangelo della domenica
Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. [MORE]
Breve pensiero spirituale
Gesù insegna come uno che ha autorità e non come gli scribi: La gente nota che Gesù non è come gli altri, parla con autorità. Gesù le cose le dice con un altro stile: con amore, con misericordia, con gradualità. Gesù non invade mai. Ricordiamo quando Gesù parlò con la Samaritana, non le disse: “ma guarda che tu sei una peccatrice, sei questo, sei quest’altro”, ma a poco a poco entra nel suo cuore ma è la donna che apre il suo cuore a Cristo. Questo stile della gradualità lo dobbiamo possedere tutti noi. Un sacerdote, in una parrocchia deve poter sapere che non tutti i suoi parrocchiani hanno lo stesso grado di apprendimento della Parola e della grazia di Dio e, allora, deve farsi accompagnatore dei fratelli. Anche un padre o una madre di famiglia devono usare lo stile della gradualità con i suoi figli. Anche un insegnante deve usare lo stile della gradualità con i suoi allievi. Se in una classe, un alunno ha difficoltà, la gradualità vuole che si pensi ad un programma per lui.
Lo stile della gradualità non vuole tutto il vangelo in un solo momento, tutti i comandamenti in un solo momento e tutte le beatitudini in un solo momento. Se pretendiamo questo dagli altri, scapperanno lontano da noi e lontano da ogni chiesa. Iniziamo con poco per arrivare al molto e lasciamo operare alla grazia di Dio.
La folla vede Gesù diverso dagli altri. Questa diversità è essenza, sostanza in Cristo. Questa diversità confessa Giovanni il Battista. La confessa anche il Centurione che chiede la guarigione del suo servo. La constata e la grida anche l’altro Centurione, quello che ha assistito e diretto la sua crocifissione sul Golgota. Ogni uomo che si è incontrato con Gesù ha notato e confessato questa differenza. La sua stessa condanna a morte è frutto di questa sofferenza. Gesù non è uno come noi. È diverso. La sua diversità spacca le coscienze, divide i cuori, separa gli spiriti, confonde le menti, opera una vera rivoluzione in campo religioso.
La Chiesa oggi cosa deve fare? Anch’essa, dinanzi al mondo che l’ascolta e l’osserva deve confessare la diversità di Cristo dinanzi ad ogni altro scriba di questo mondo. Scriba è il teologo, il filosofo, lo scienziato, il moralista. Scriba è ogni fondatore di religione antico o moderno, nato o ancora da nascere.
Anche il diavolo attesta chi è Cristo per un motivo differente, però. Lui attesta Cristo per distruggere la sua missione. Il diavolo vuole distruggere e si serve di tutto. Per questo Gesù lo invita a tacere. Perché il diavolo dice la verità? Perché a quei tempi era atteso il Messia di Dio ma era un Messia politico, un Messia passionale, con un “mitra”. Cristo, invece, è il Messia dell’amore universale. Il popolo queste cose ancora non le comprendeva. Parlare al momento sbagliato, si rischiava di rovinare tutta l’opera di salvezza del Padre. Ritorna ancora una volta, il principio della gradualità. Gesù non può dire, rivelare ora la verità piena, totale ad un popolo che cerca o aspetta altro. Ecco perché “taci!” e, il popolo cosa constata? Cristo parla con autorità, Lui sa cosa dice, Lui comanda. Invitando a tacere Gesù non rinnega la verità, ma governa la verità a partire dalla saggezza. Quello che noi dobbiamo comprendere è che la saggezza sta sopra alla verità. Diceva un saggio contadino: “la testa è fatta per pensare e non per produrre pidocchi”. Non tutto ciò che ci passa per la testa va detto anche se è la cosa più giusta o più santa che ci sia.
Sorge una domanda: “Chi è costui che parla?”.
Dal Vangelo di oggi, allora, una consapevolezza nei nostri cuori: anche noi dobbiamo adottare nella nostra missione, nella nostra pastorale, uno stile diverso, uno stile nuovo, lo stesso stile di Gesù. Saremo credibili, saremo autentici testimoni, attrarremo senza accorgercene tanti cuori a Cristo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci diversi in Cristo Gesù.
Don Francesco Cristofaro