Estero

La Russia e l'omofobia, adozione dei bambini solo all'Italia: «Non ha nozze gay»

MOSCA, 29 NOVEMBRE 2013 - La oramai nota politica omofobica condotta dalla Russia di Vladimir Putin si riflette anche sull’Italia. E lo fa su un argomento parecchio delicato e importante quale quello delle adozioni. Infatti, i disagiati bambini russi che necessitano di una famiglia troveranno conforto e ausilio soltanto nelle famiglie italiane.

La ragione di cotanta magnanimità è presto spiegata: l’Italia non acconsente alle nozze gay. Il cosiddetto rovescio della medaglia: quella che in relazione al contesto europeo ed internazionale è una situazione legislativa deficitaria da parte dello stato italiano, che a differenza ad esempio di Francia e Gran Bretagna non riconosce i matrimoni gay, diventa un plus agli occhi del Cremlino: «L’Italia – ha detto il rappresentante russo per i diritti dell’Infanzia, Pavel Astakhov – è l’unico Paese i cui cittadini hanno la possibilità di adottare bambini russi, perché questo Paese non riconosce il matrimonio omosessuale, e, di conseguenza, non dobbiamo cambiare nulla nell’accordo vigente e, inoltre, loro rispettano i termini di questo accordo».[MORE]

E che l’aspra campagna omofobica russa sia portata avanti ad oltranza, trova ulteriore riscontro quando lo stesso Astakhov afferma che i bambini russi non finiranno «nel caos, nell’immoralità e nella perversione di una famiglia gay». Una presa di posizione quella espressa da parte del rappresentante del Cremlino che, d’altronde, è in linea con quanto approvato dalla Duma nello scorso giugno: una legge che vieta l’adozione di bambini russi da parte di cittadini di altri Paesi nei quali sono permesse le nozze gay. «Non è colpa nostra – dice sempre Astakhov – Voi (i partner occidentali, ndr) dovreste lavorare più attivamente se volete che l'adozione internazionale prosegua, perché la Russia ha altre priorità. La nostra priorità è dare in adozione i bambini all'interno del Paese».

(Immagine da unita.it)

Giovanni Maria Elia