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La "Roccia perforata" di Percé, opera d'arte del Quebec scolpita dal vento, dall'Oceano e dal tempo

PERCE' - CANADA - 27 AGOSTO 2018 - Le dimensioni sono le stesse del Belgio, che però conta più di dieci milioni di abitanti. Nella penisola della Gaspesie, nel cuore del Quebec francofono, le “anime” non raggiungono però le centotrentamila.

Mare, montagna, basse e medie falesie e fiume (il “mitico” San Lorenzo, uno dei fiumi più lunghi del Pianeta) si mescolano tra di loro in una danza di colori e scenari già in sentore di Grande Nord (gli Esquimesi non sono poi così lontani) ma dai toni meno aspri e più sfumati. Siamo in Canada - la metropoli più vicina è Montreal che però dista sulle 6-7 ore di auto - in uno degli scenari più accattivanti del Nord America. I tanti fari che costellano la costa sembrano quasi dita messe lì dalla mano dell’uomo per evidenziare il fascino della natura circostante.

Non a caso, la cittadina di Metis ospita da anni il Festival internazionale dell’architettura paesaggistica, che vede sbizzarrirsi gli architetti di tutto il mondo nell’esibizione di singolari spazi verdi, giardini e opere ecocompatibili, a sottolineare come in questa nazione l rapporto tra uomo e natura sia più armonico che altrove.[MORE]

A dire il vero, anche qui nel mese di agosto la “specie vacanziera” conosce il suo periodo d’oro, con qualche ingorgo e pienone nelle non tantissime strutture ricettive. Ma si capisce bene che per i rimanenti undici mesi da queste parti la tranquillità e la lentezza dei ritmi è tanta.

Il “piatto forte” della regione è il Parco nazionale di Percé e dell’isola di Bonaventura. Quest’ultima si estende parallela a Percé ad una manciata di miglia marine da quest’ultima, ricordando nella sua forma allungata - piatta ai lati e più bombata al centro - le sembianze una balena . Del resto, i cetacei da queste parti non sono una rarità, anzi quotidianamente vengono organizzati giri in barca per poterle ammirare nelle loro evoluzioni. Sull’isola dimorano più di centomila foche, i cui “testoni” spuntano allegramente tra le onde. Altrettanti sono gli uccelli migratori, che imbiancano intere pareti di roccia con la loro presenza. 

La “perla” della penisola è senza dubbio il “Rocher percé” , ovvero la Roccia perforata. Si tratta di un monolito di quasi cinquecento metri di lunghezza e cento di lunghezza, più o meno come se avessero fuso tra di loro i Faraglioni di Capri, amplificandone la lunghezza. Il nome è dovuto al fatto che è in un suo punto traforato, dando vita ad un arco visibile da alcune prospettive dal mare o dalla costa. Allorchè fu avvistato la prima volta dai navigatori occidentali nel 1500, le cronache riportano che gli archi fossero tre. L'azione degli elementi negli ultimi 500 anni ha fatto scomparire gli altri due, 

Questo monumento naturale simbolo del Quebec è un’opera ciclopica scolpita dal mare, dai venti e dal tempo, che giganteggia all’estremità rocciosa di Percé. Non di rado è avvolto in una sottile nebbiolina che ne modifica di continuo le sembianze.

Ma il suo pezzo forte è il poterlo raggiungere negli orari di bassa marea a piedi, attraverso una sottile striscia di terra di circa mezzo chilometro. Si può quasi percepire l'aria di attesa che c'è durante l'alta marea per l'abbassamento del livello delle acque che consente di raggiungere la roccia dalla terraferma. In genere nella tarda mattinata cade il periodo più propizio per poter affrontare la camminata a filo d’acqua, a meno che non si desideri raggiungerlo negli orari di alta marea con una nuotata oceanica. A dire il vero, non sono in tanti ad optare per questa soluzione, considerate le correnti atlantiche che insistono sulla zona. E poi, camminare sulle acque ha il suo richiamo incontestabile. In questo caso non si tratta però di un miracolo divino ma più semplicemente di un prodigio della natura. Divina anch’essa a queste latitudini.

testo e foto di RAFFAELE BASILE