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La rivoluzione di Macron: meno parlamentari e stop a stato di emergenza

PARIGI, 4 LUGLIO - Riduzione di un terzo del numero dei parlamentari, una “dose di proporzionale” nelle legislative, meno leggi, istituzioni più snelle ed efficaci. E poi, ancora, revoca dello stato di emergenza in autunno, rafforzamento della lotta al terrorismo e promozione dell'Ue tra i cittadini. Emmanuel Macron traccia il sentiero che porterà verso una nuova Francia, la sua. Lo fa davanti alle Camere riunite in Congresso a Versailles. [MORE]

La riforma di Macron parte dal numero dei parlamentari, che sarà ridotto di un terzo, perchè “un Parlamento meno numeroso, rinforzato nei suoi mezzi, è un Parlamento dove il lavoro è più fluido ed efficace”. E ancora, sempre riguardo ai parlamentari, il presidente francese annuncia la riduzione del cumulo di mandati, parlando di “mossa chiave per il rinnovamento della classe politica”. Il tutto nello scenario di un sistema proporzianale, come auspicato da Macron.

L'iter legislativo sarà profondamente riformato in nome di “fiducia” e “trasparenza”. Il leader di En Marche ha chiesto più velocità ed efficienza nel promuovere le nuove misure, per arginare la proliferazione legislativa. E, sempre nell'ottica di uno snellimento complessivo del sistema, Macron vuole anche la soppressione della Corte di Giustizia della Repubblica (avente giurisdizione esclusiva sui ministri per l'esercizio delle loro funzioni): “I nostri cittadini non capiscono perchè solo i ministri debbano ancora avere una giurisdizione d'eccezione”.

Sul fronte sicurezza, il presidente ha confermato la fine in autunno dello stato di emergenza, in vigore dagli attentati del 13 novembre 2015. “Ripristinerò la libertà dei francesi - ha detto Macron – condizione necessaria per l'esistenza di una democrazia forte”. La lotta al terrorismo sarà condotta sulla base di nuove leggi, le quali – aggiunge Emmanuel - “ci rafforzeranno ancora nella nostra battaglia, sotto la sorveglianza dei giudici, nel pieno rispetto delle esigenze costituzionali”.

Poi uno sguardo doveroso alla crisi migratoria e in particolare al problema dell'accoglienza: “Non possiamo continuare ad affermare la nostra adesione al principio dell'asilo senza riformare profondamente un sistema che fa acqua da tutte le parti e non permette un trattamento giusto e umano delle richieste di protezione da parte di chi è minacciato da guerre e persecuzioni. Bisogna dare alla solidità forme concrete”.

Infine un elogio e una stoccata all'Europa: “L'Europa siamo noi e trascurarla e attribuirle tutti i mali vorrebbe dire tradire le generazioni che ci hanno preceduto e ciò che siamo oggi, ma serve un' Europa più forte e rifondata”. Una rifondazione che, nei piani di Macron, dovrà essere guidata dalla nuova generazione di leader, sul sentiero segnato dai padri fondatori, per “far rivivere il desiderio d' Europa”.

Claudio Canzone

Fonte foto: bbc.com