Editoriale
La resa dei conti: ma cosa spaventa i mercati?
Roma, 11 agosto 2011 - Da giorni si cerca, spesso invano, di esaminare attentamente quelle che sembrano a prima vista le ragioni reali della crisi italiana. Lo stato in cui versa il Paese nonché le prospettive per il futuro non sono rosee neppure ad occhi esperti.[MORE]
Non è dunque insensato che i titoli di Stato, il denaro prestato al governo italiano, siano considerati rischiosi, dunque possano essere acquistati solo a condizione di alti tassi di remunerazione. Tuttavia mantenere la promessa di interessi alti non è semplice, per un Paese ad economia sofferente come il nostro. L'accelerazione a questo processo è stata data dall'ultima manovra economica da parte del Governo, ampiamente inefficace, tanto da brillare nella giornata odierna, per incompetenza agli occhi di intere nazioni. Sarebbe dunque condivisibile l’idea di fuggire una volta per tutte dall’Italia e questa crisi, che sembra improvvisa, non lo è affatto. I mercati, devono essere rassicurati. Ma come? E soprattutto, cosa sono i mercati? Di che cosa stiamo parlando?
Di reale, di sicuro, c'è che per "rassicurare i mercati" servono le misure dei governi e l'intervento della BCE. Ma mancano i fondi. La BCE comprerà titoli di Stato italiani e spagnoli. Così consolideremo il nostro record, di Paese col quarto debito pubblico al mondo. La crisi del 2008, risolta a colpi di indebitamento dalle economie occidentali, comincia a chiedere il conto. La finanziarizzazione dell'economia, quella dei derivati, dei credit default swap, dei subprime, non ha mai finito di arrecare danno.
A pagare tutto questo, sarà la maggioranza degli italiani con meno sicurezze, meno servizi, meno benessere. Il territorio verrà svenduto, depredato, distrutto e si assisterà ad un'ondata di dismissioni e privatizzazioni. Saremo politicamente ed economicamente in pasto a quegli Stati che detengono i nostri titoli (Francia in testa). La produzione scomparirà, dipenderemo dall'estero per ogni bene di consumo, addirittura per fare il pane e la pasta (già oggi in realtà è così). In tutto questo qualcuno continuerà ad arricchirsi vergognosamente.
Non c'è nulla da fare? La Borsa non è l'economia italiana: in Borsa vengono quotate un numero ridicolo di società sul totale nazionale. La maggior parte sono banche. L'economia italiana reale è fuori dalla Borsa, lontana dalla banche. È fatta di produttori (di beni e servizi) che incontrano direttamente consumatori (di beni e servizi) sul territorio. È fatta di buon senso, di sobrietà, di lungimiranza. Di tutela del territorio, del paesaggio, della cultura e dell'arte.
Laura Sallusti