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ROMA, 16 OTTOBRE 2011 – Dopo il penoso bilancio registrato in seguito ai violenti scontri tra polizia e manifestanti avvenuti ieri per le strade di Roma, oggi gli Indignados di tutto il mondo proseguono con il movimento di protesta internazionale contro il precariato e gli abusi della finanza.[MORE]
Un corteo globale che parte dall'Asia e attraversa l'Europa fino ad arrivare sulle strade di Wall Street e della Bce. Bandiere e voci di tutte le nazionalità si sono unite a formare un unico grande corteo che da giorni è sceso a colorare le piazze di oltre 951 città in più di 80 paesi.
A New York, i manifestanti hanno fissato il loro campo base a Zuccotti Park e alle porte della Chase Bank, una delle maggiori banche che ha ottenuto i benefici della manovra di soccorso economico architettata dallo Stato. "Le banche sono salve, noi no", gridavano inferociti gli indignati. Nessuna violenza da parte dei manifestanti. Nonostante i toni pacifici del corteo, sarebbero circa 45 le persone ad essere state arrestate oggi dalla polizia, che rastrellava Times Square al grido di: “We have to clear the street, move folks, let's move!”
Mentre a New York gli agenti riempivano le celle delle carceri con qualche manifestante pescato qua e là, Julian Assange faceva capolino tra le teste dei manifestanti di Londra. Nelle vesti di pastore eretico, il fondatore di WikiLeaks ha tenuto un breve comizio con un folto gruppo dimostranti radunati sulle gradinate della chiesa di St. Paul's. “Quello a cui siamo stati sottoposti – gridava Assange - é una distruzione dello stato di diritto. Questo movimento non è per la distruzione della legge, ma per la costruzione della legge".
Anche in Germania il volume della protesta rimane alto. A Francoforte oltre 5.000 manifestanti hanno bloccato le strade della città per poi confluire davanti alla sede della Banca Centrale Europea. "Non svendiamo la democrazia alla Bce!", urlavano gli indignati tedeschi contro le finestre dell'Eurotorre in via Kaiserstraße.
E non poteva sfuggire al mirino degli indignati neanche la città di Bruxelles, altra zona scottante del movimento di protesta. Con tutte le istituzioni comunitarie che ospita, la capitale belga è stata assediata da più di 10 mila dimostranti. Il centro della città e la Piazza della Borsa le aree più calde dell'intera giornata di manifestazione.
Nonostante il gran numero di città toccate dal vento di protesta, la Grecia rimane tuttora il vero e proprio epicentro del terremoto scatenato dalla crisi finanziaria. Questa sera Atene è stata letteralmente sommersa da un diluvio di manifestanti, che si sono dati appuntamento alle porte del Parlamento greco per gridare il proprio disappunto sulle misure anti-crisi.
Al coro intonato dai manifestanti contro la manovra si sono aggiunte anche le voci di alcuni immigrati siriani, che hanno lanciato grida di accusa contro il Fmi e l'Ue.
Ma la coda del serpentone organizzato dagli Indignados mondiali è lunga e ha toccato le piazze di molte altre città extraeuropee. Belgrado, Nuova Zelanda, Australia, Giappone e ancora Filippine Taiwan e Montreal alcune tra le mete più ambite nel percorso di pellegrinaggio degli indignati, che per il momento si danno appuntamento per prossimo 21 Ottobre nelle strade di Roma in occasione dello sciopero indetto dalla Fiom.
Riccardo Marcucci