Societa'

La proposta della Calabria dei giornalisti cattolici e non

GROTTAMMARE 26 GIUGNO - Il gruppo calabrese di giornalisti cattolici è stato in primo piano all’assemblea dei duecento giornalisti presenti a Grottammare nelle Marche, Ha infatti offerto una riflessione sul mondo ormai in tutto connesso e sulla necessità di aiutare i giovani a portare nelle istituzioni il pensiero cristiano per migliorare la realtà sociale, oggi in crisi evidente. Di seguito l’estratto della relazione:[MORE]

“Tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo di scienza, cultura, pace e fraternità, soprattutto in un mondo dove, come scrive Papa Francesco nella “Laudato Sì”, "Tutto è in relazione"; "tutto è collegato"; "tutto è connesso". Ma essere connessi non significa aver risolto la strisciante crisi dell’impegno comunitario che ci circonda.

In proposito il Santo Padre, al punto 87 del secondo capitolo dell’Evangelii Gaudium, plaude alle nuove relazioni, specie se arricchite da un spirito cristiano permanente. “Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio”. È un bene che il mondo oggi sia interamente connesso, ma la connessione non è un qualcosa di neutro ed a chiunque, giornalisti cattolici e non, viene chiesto di connettersi con un cuore libero e misericordioso.

Sta qui la differenza in un mare agitato che inghiotte tutti e tutto, ma che non può negare il valore o meglio la libertà di esprimersi di chi crede in un modello di vita che non viene da sé, ma passando da sé esprime le cose celesti preesistenti e ad esso collegate. Ma ecco la domanda che a questo punto intendo rivolgere ad un uditorio così particolarmente qualificato: Quanto è difficile in un mondo dove tutto è connesso lavorare con il cuore, specie se non si interviene cristianamente su di esso? E soprattutto nel mondo della comunicazione e delle isitutuzioni quanto è difficoltoso resistere a pressioni non sempre volte al bene comune? Non c’è dubbio che aver fatto un proprio cammino di fede contribuisca a ben interagire con un mondo intimamente concatenato.

A Grottammare è partita una proposta di formazione permanente per chi si accinge ad entrare nel mondo delle istituzioni, per poi essere portata portarla all’attenzione dei propri vescovi e del presidente della conferenza episcopale regionale di riferimento. La storia va redenta giornalmente e in un mondo avariato sotto molteplici aspetti non si possono lasciare soli quei giovani e non che hanno la sana ambizione di cambiare il sistema in cui viviamo dal di dentro. Senza un indirizzo ontologico in grado di attualizzare i principi cristiani, mettendoli al centro delle questioni anche più controverse della società odierna, si concorre anche indirettamente a lasciare crescere le disfunzioni sociali che ci circondano. Da giornalisti cattolici non si può di certo cambiare il mondo, ma visto il ruolo di primo piano ricoperto nell’informazione, nei piccoli o grandi ambiti rappresentati, è giusto sentire il dovere di stimolare la realtà, come altri non faranno mai. I credenti, abbiamo il dovere di lasciare tracce di rinnovamento e di equilibrio. Il seme va lanciato e nella perseveranza e nella fede i frutti verranno fuori”.