Cronaca

La Procura di Palermo riapre l'inchiesta sull'omicidio Mattarella

PALERMO 5 GENNAIO- A trentotto anni dall’omicidio del Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato, la Procura di Palermo riapre l’inchiesta. L’obiettivo è quello di scoprire, finalmente, la verità su questo delitto per il quale non sono mai stati condannati gli esecutori materiali.I nuovi accertamenti, considerati doverosi, sono resi complicati dal lungo tempo trascorso e dalle varie sentenze passate in giudicato.[MORE]

Nel mirino ancora una volta i Nuclei Armati Rivoluzionari, cellula terroristica nera dell’epoca, il cui capo “Giusva” Fioravanti fu riconosciuto dall’ormai scomparsa Irma Chiazzese, moglie di Piersanti Mattarella, in auto con lui al momento dell’agguato. Tuttavia il terrorista nero fu processato e assolto dall'accusa di essere stato il killer del Presidente della Regione, nonostante le dichiarazioni di alcuni pentiti, fra cui quella stesso fratello di Fioravanti, Cristiano che poi, però, ritratterà.

La Procura deve accertare e verificare la natura della collaborazione tra “neri” e mafiosi che in altri fatti e azioni delittuose era stata più volte provata, come ad esempio per la strage del Natale 1984 e del Rapido 904. Tutti i sospetti sono legati alla targa dell’auto del commando, che fu divisa in due dagli autori del delitto e una parte fu poi ritrovata all’interno del covo dell’organizzazione terroristica.Da qui ripartiranno gli accertamenti della procura.

Da ricostruire anche le possibili analogie con l’omicidio del segretario provinciale della DC Michele Reina, ucciso dieci mesi prima di Mattarella, rimasto anche questo senza la condanna effettiva di un esecutore materiale. In particolare è da comprendersi il ruolo di Vito Ciancimino che potrebbe avere avuto interessi politici concreti nell’eliminazione di questi due personaggi e che cercò di depistare le indagini sul delitto del Presidente della Regione.

L’assassinio si svolse a Palermo nel giorno dell’Epifania del 1980 Mattarella fu ucciso appena entrato in auto, una Fiat 132, davanti  alla moglie, i due figli e la suocera. Per il delitto sono stati condannati i vertici di Cosa Nostra.

Federica Fusco 

Immagine: ilmessaggero.it