Editoriale

La Politica si fa con coraggio, non con i tweet

ROMA, 25 MAGGIO 2013 - La legge elettorale sarà in parte ritoccata per evitare la sonora bocciatura della Corte Costituzionale, così il Porcellum diverrà un Porcellinum. Non sembra esserci speranza di iniziare un vero confronto parlamentare per il rinnovamento della legge che (probabilmente tra non molto) ci riporterà alle urne. Si era pensato di ritornare al Mattarellum ed intraprendere solo in seguito la strada della riforma propriamente detta. Ma al Mattarellum non ci si ritorna. Fa un po’ di paura e forse si ritiene veritiero il detto che recita così: chi cambia la vecchia con la nuova solo malanni trova. A questo punto l’ accordo è fatto, il dado tratto, gli elettori apparentemente addolciti e le liste bloccate, fattore non di poco conto, sono in salvo.

D’altra parte se il nuovo governo ed il nuovo parlamento sembrano non volersi sporcare troppo le mani con la legge elettorale, se non a suon di slogan, né tantomeno appaiono intenzionati a sudare qualche camicia in più per impostarne una nuova, a seguito dell’ovvio fallimento di quella vigente, la situazione non cambia per altri temi, come ad esempio l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.[MORE]

E’ di ieri la notizia della decisione in Consiglio dei Ministri di procedere verso l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Scelta eroica? O la potremmo definire, qualcuno potrà dire banalmente, un’applicazione della volontà popolare espressa nel famoso referendum e poi raggirata attraverso tecniche degne della più nobile vis oratoria? Peccato che il tweet con cui Enrico Letta ha annunciato la decisione non sia legge.

Adesso quello che ci spetta da questo atteso avviso telematico potrebbe essere un ennesimo slogan andato a vuoto, l’ennesima dichiarazione di sacrificio politico non rispettato. Si intende procedere per decreti, per disegni. Si aspetterà la Ragioneria di Stato, poi si riunirà il consiglio dei ministri. Si presenterà un testo, si modificherà, si seguiranno le direttive dei ragionieri e poi? Poi approderà in Parlamento, luogo del potere legislativo ed allo stesso tempo triangolo delle Bermude delle leggi italiane. In Parlamento l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, potrebbe fare la fine del decretuccio elimina- provincie, con cui Monti voleva salvare la propria faccia, per poi perderla per sempre. O quasi.

Ed è proprio tra i banchi del parlamento che la Politica deve trovare il coraggio di cambiare volto, anima. Una volta per tutte si devono chiudere i conti con il passato. Con quel passato che ha portato i cittadini dapprima al ripudio totale della politica, poi alla protesta estrema, a volte folle e maniacale. Riaccendere la passione per il fare comune nei cittadini, significa innanzitutto rispettare il volere del popolo, e magari anche le loro tasche. Che poi forse, persino io, in quel famoso referendum del 1993, avrei votato no!

(foto da ilmessaggero.it)

Sergio Sulmicelli