Cultura e Spettacolo
La personalità
La psicologia tratteggia ed evidenzia il concetto di personalità come uno dei più difficili. Nel linguaggio comune questo termine viene utilizzato con significati diversi. Si sente dire spesso: “Quell’uomo ha una forte personalità”; “essere una personalità nel mondo della cultura”; “nessuno deve coartare la personalità degli altri”; “coltivare la propria personalità” e tante altre sono le accezioni. Quando ,poi, si vuole caratterizzare una persona, si dice qualcosa del suo stile: …- è loquace, è coerente, è chiuso, è socievole, ha uno spirito critico, è esitante -.
La psicologia definisce la personalità come un insieme di caratteristiche individuali e modi di comportamento che determinano l’adeguamento “unico e irripetibile” dell’individuo al suo ambiente.
Sappiamo bene che il singolo nasce con un temperamento e questo è ereditario; poi si forma il carattere con la famiglia – primo agente educativo di formazione fisica e psichica – e poi la scuola, la società .Le doti fisiche di un individuo (come le dimensioni corporee, l’eleganza, l’aspetto esteriore) e il temperamento evidenziano gli aspetti fisiologici della personalità.
Possiamo affermare, dunque, che l’individuo è un prodotto finale di tutte le potenzialità sviluppate, durante il corso dello sviluppo e sintetizzate in: abilità, attitudini, motivazioni sociali ed emozioni, in dati morali e intellettuali, in esperienze acquisite durante la formazione educativa dell’infanzia e mediante l’apprendimento.
Gioca un ruolo preponderante nell’individuo: - la famiglia – composta da genitori, (uomo e donna- cfr Gn 1,27-28), fratelli, sorelle e altri componenti come i nonni che giocano un ruolo preponderante perché trasmettono saggezza, veri stili di vita, amore incondizionato verso i nipoti: luce dei loro occhi!
Sono proprio queste figure a stabilire la prima identificazione per il bambino, il primo modello da imitare, il primo processo educativo dell’individuo che si sta formando non solo nella soddisfazione degli impulsi primari come il cibo,il vestiario, i libri scolastici, le medicine, il ballo, la musica, la ginnastica ma anche nella morale e nell’aiuto formativo degli aspetti psichici.
La famiglia, dunque, è un agente insostituibile per la formazione della personalità.
Molti disturbi gravi, infatti, sono legati all’inadeguata attitudine della madre che può sbagliare per eccesso o difetto, in ordine alla gratificazione dei bisogni primari dei figli.
Un atteggiamento iperprotettivo può provocare nel bambino un comportamento immaturo e non autonomo o, viceversa, una privazione di cure affettive o una presenza incostante o dipartita di un genitore causa gravi forme di disadattamento, tendenze alla tristezza, all’inattività, atteggiamenti di rifiuto o di ostilità nei confronti dell’ambiente, incapacità di disponibilità verso gli altri.
Varie statistiche effettuate, nel campo psicologico, hanno dimostrato che l’educazione ricevuta in famiglia diventa un fattore importante, ai fini di socializzazione dell’ individuo. Infatti è stato constatato che i metodi punitivi, usati con incoerenza o durezza, hanno determinato personalità ribelli e indecise tanto da
scivolare in situazioni incresciose come condanne per reati commessi da questi soggetti. Un metodo scelto dai genitori deve avere le caratteristiche della coerenza e
fermezza e il tutto deve essere orientato sull’Amore. Tale metodo ha prodotto e produce benefici successi sul comportamento adottato dal figlio che ha ricevuto“amore” durante l’infanzia e, soprattutto, adotta un comportamento sano, equilibrato con gli altri poiché interiorizza i contenuti dell’insegnamento ricevuto, sviluppando una buona coscienza morale propria.
Un ruolo importante, nel processo di formazione della personalità, lo riveste la scuola sia dal punto di vista culturale e mentale dell’individuo e sia dal punto di vista sociale come inserimento positivo ed un’equilibrata, adeguata e intelligente comprensione della realtà.
Quando un allievo dimostra un’anormalità di carattere psicosensoriale, assenza o insufficienza di motivazioni, le sue capacità non sono imputabili tutte alla scuola ma anche all’inadeguatezza educativa della famiglia.
Insieme alla competenza professionale, pedagogico-didattica e culturale, l’insegnante dovrebbe instaurare con gli alunni un rapporto di comprensione ed affetto, un equilibrio personale, per la riuscita dell’opera educativa, indi alla formazione della personalità col relativo comportamento sociale degli allievi.
Certamente per poter formare bene la personalità dei nostri figli, uomini del domani in un mondo che ha un’alta tecnologia digitale, occorre tanta forza di volontà, tanto amore, tanta pazienza ma soprattutto tanta fede nel cielo tutto da cui aspettiamo un aiuto valido, fermo e gioioso! [MORE]
Pedagogista Rita Grande