"La parte degli angeli", l'uccellino della speranza esce in volo da una botte di Whisky
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Presentato alla 65esima edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto il Premio della giuria, La parte degli angeli non ha partecipato al Festival di Torino perché Ken Loach ha rifiutato di accettare il Premio alla carriera a causa di una vertenza sindacale che ha riguardato i dipendenti precari del Museo Nazionale del Cinema (i servizi di pulizia e sicurezza erano stati esternalizzati ad una Cooperativa causando un taglio degli stipendi dei lavoratori con i salari più bassi, molti di loro avevano ricevuto maltrattamenti ed erano stati licenziati).
È significativo, a proposito di questo film, ricordare e sottolineare la coerenza che l'autore ha dimostrato, attraverso un gesto di forte solidarietà, nei confronti dei lavoratori.
“Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni” ha giustamente dichiarato Ken Loach, dimostrando con questa scelta un impegno artistico nel cinema che ha identico valore, sul piano ideologico, anche nella realtà.
La storia si svolge a Glasgow dove Robbie, un ex criminale, è condannato a tre mesi di lavori socialmente utili per aver picchiato un ragazzo sotto l’effetto di alcol e droga. Il padre della sua compagna, Leonie, che aspetta un bambino, vorrebbe dargli dei soldi per mandarlo a Londra.
“Il medico mi ha detto che solo metà del suo cervello è sviluppato, l’altra metà dipende da noi. Si è bambini una volta sola” gli dice Leonie in ospedale; Robbie prende suo figlio in braccio per la prima volta e gli promette che non farà più del male a nessuno.
Gli amici di Robbie sono i suoi compagni di "lavori forzati” ed il responsabile del gruppo, Harry, che ha fiducia in lui e lo incoraggia a tentare di costruirsi una nuova vita.
Così per una coincidenza, una giornata di lavoro socialmente utile trascorsa in una distilleria di Whisky, ai ragazzi viene un’idea geniale.
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Pur partendo da una premessa drammatica, l’impianto narrativo del film si regge interamente sulla commedia e sull’ironia mettendo in rilievo aspetti sociali della realtà di Glasgow che, se pur rappresentati in modo leggero e brillante, sono in realtà degni di seria considerazione.
Così, una banda di delinquenti veri si trasforma, in nome di una speranza e di un sogno possibile, in una banda di delinquenti per gioco che tende un agguato ad una botte di whisky per ultra milionari.
Il dramma iniziale della delinquenza, rappresentato dalla tragedia e dalla violenza, si stempera nel clima di un’avventura vivace che, pur passando per un atto illegale, merita istintiva assoluzione, una sfida da vincere a tutti i costi data l’alta posta in gioco: una nuova vita.
Se proprio angeli non sono, i destinatari di questa fortuna, idealmente si spera che la possibilità di riscatto offerta loro per caso li possa condurre sulla strada di una vera redenzione.
È significativo che sia proprio l’alcol lo strumento per poterla raggiungere (The Angels’ Share” è il 2% di alcol perso e vaporizzato nell’aria, in un anno, dal Whisky che si trova in una botte), dal momento che l’alcol è uno dei motivi della tragedia iniziale. Questo serve a dimostrare che, dagli stessi elementi di realtà e dalle stesse situazioni casuali della vita, può nascere un’alternativa positiva; basta mettere in campo le motivazioni giuste e saper sperare in un pizzico di fortuna. Non esiste alcun traguardo che debba necessariamente essere raggiunto attraverso la strada maestra se questa, per qualche motivo, è bloccata; si può aggirare l’ostacolo, arrivare da un’altra parte, trovare la “maglia rotta nella rete”. E ci sono dei casi, come questi, in cui si può davvero affermare di buon cuore che il fine giustifica i mezzi.
Attraverso una storia semplice - costruita in maniera ingegnosa ed efficace dal punto di vista cinematografico grazie alla sceneggiatura di Paul Laverty e alla recitazione di tutti gli attori, impeccabile in ogni minuto di film – ci si diverte e si riflette. Pur contenuto in una commedia brillante, il messaggio di speranza e di riscatto che l’autore intende veicolare rimane ben piantato nell’immaginario della realtà sociale rappresentata, ci si diverte ma ciò non è slegato da un’amara riflessione.
Titolo originale: The Angels' Share
Intepreti: John Henshaw, William Ruane, Jasmin Riggins, Siobhan Reilly, Roger Allam, Daniel Portman, Paul Brannigan
Origine: UK, Francia, 2012
Distribuzione: BIM
Durata: 101
(In foto Paul Brannigan/Robbie)
Gisella Rotiroti