Cultura e Spettacolo
La panchina dell’amore negato allestita nella Villa Comunale della città di Lamezia
LAMEZIA TERME (CZ), 25 NOVEMBRE - «Basta femminicidio. È sbagliato!». «Bisogna avere il coraggio di parlare e denunciare. La vita è troppo preziosa per trascorrerla nella violenza e nel silenzio». Con queste frasi gli alunni della scuola secondaria di I grado “Don Milani”, presieduta da Francesco Vinci, hanno manifestato questi forti sentimenti contro la violenza sulle donne dedicando degli spazi all’allestimento di un Posto Occupato (simbolicamente) e ad una installazione realizzata nella vecchia Villa Comunale della città di Lamezia Terme aderendo alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Onu in ricordo dell’uccisione, avvenuta il 25 novembre 1969, delle tre sorelle Mirabal che si opposero al regime del dittatore dominicano Rafael Trujillo usando il nome in codice Mariposas. Gli alunni, guidati dalle docenti Giovanna Villella, Monica Guido, Gabriella Borrello e Giovanna Costanzo in collaborazione con tutto il corpo docente, hanno ornato la panchina dell’amore negato con scarpette rosse, palloncini rossi a guisa di cuore, segnalibri con il nome delle donne vittime di violenza, un numero di telefono 1522 per denunciare ogni forma di sopruso.
Un modo originale per parlare di femminicidio attraverso la panchina dove spiccano i nomi di Adele Bruno, Fabiana Luzzi, Maria Rosaria Sessa, Danieli Roveri, Federica Ventura, Rosanna Laurenza, Renata Rapposellli, Chiara Matalone e tanti altri. Tutti sono scanditi in successione come un triste bollettino di guerra suscitando tanta commozione tra la gente che si trova sul Corso Numistrano e le famiglie dei ragazzi. Tra le tante scritte alcune si impongono maggiormente all’attenzione dei convenuti come «149 donne uccise nel 2016. 123 uccise nel 2017. 70 donne uccise nel 2018. Un uomo che maltratta una donna solo perché può apparire più debole e fragile di lui non è un uomo ma un vigliacco. Un uomo non può togliere la libertà a una donna». E ancora un cartellone con tre farfalle reca scritto « Le sorelle Mariposas volano per sempre sulle ali della libertà» e accanto alcuni versi di Alda Merini nei quali emerge una dichiarazione d’amore a tutte le donne di ogni latitudine e il celebre testo di Paola Cortellesi «Mi chiamo Valentina e credo nell’amore».La narrazione dei ragazzi offre l’opportunità di far riflettere su tematiche sociali di sconvolgente attualità che esortano a leggere la realtà in senso critico e a basare la vita su una sana educazione sentimentale che deve partire dal rispetto della persona e dei diritti delle donne contrastando gli stereotipi di genere su cui poggia la distorta visione della realtà. Secondo i docenti della scuola “ Don Milani”, soddisfatti di questa iniziativa , «solo la sensibilizzazione dei giovani attraverso la cultura della non violenza può fermare la tragica scia di vittime». La panchina diventa anche una occasione per meditare sul lato oscuro dell’amore e sui diritti delle donne che si fidano e affidano la propria vita all’uomo che amano rimanendo vittime di un amore malato, criminale, patologico cattivo e della violenza travestita da amore.
Foto: la panchina dell’amore negato
Lina Latelli Nucifero