Fantasticherie del cuore
La necessità di ritrovare il "colore" dell'equilibrio sociale!
“Il frutto rivela la natura di qualunque essere umano”. E’ questa una regola che Gesù consegna al mondo per l’eternità e che oggi spesso viene svuotata dal suo profondo significato, legandola ad elaborazioni personali e convenienze estemporanee. Da essa però non si scappa, perché unica nel consentire di conoscere la bontà e la cattiveria; la verità e la falsità; la sapienza e la stoltezza; la santità e la malvagità, appartenenti al genere umano. La prudenza, l’accortezza e la responsabilità non devono mai mancare in qualunque azione personale, perché ovunque ci si può imbattere in chi della corruzione o di altre forme di dissolutezza ne abbia fatto la propria “norma” di vita. E’ bene perciò osservare con attenzione e in ogni modo quali frutti l’altro produce. Un comportamento che consente buone pratiche protese a scuotere l’attenzione alterata altrui, rigenerando nuove opportunità.[MORE]
La grave questione che oggi opprime il cammino del mondo, pur tra suoni e luci ipnotizzanti, è l’aver ridimensionato il valore del benessere comune in ogni articolazione comunitaria. Intanto bisogna dire che la tutela del vero equilibrio sociale sarà solo possibile se si avrà la libertà di mettere il crocifisso al centro della propria vita, vera legge dell’uomo. Solo così l’ambiente non sarà violato nella sua armonia di base; il ricorso al nucleare non diventerà più oggetto di rivendicazione di onnipotenza territoriale; i fenomeni di stabilità tra i popoli di interi continenti non verranno governati con uno sguardo diretto solo a ristretti contesti; la politica rivaluterà la visione cristiana della storia, senza consegnarla ad una autarchia di mercato che isola complesse e rappresentative identità periferiche;
la misericordia e il perdono, quali strumenti relazionali indispensabili per la pace sociale, assumeranno un valore etico e filosofico alla luce di quell’atto di fede da cui ogni cosa proviene e precede l’uomo. In tale eterogenea cornice è necessario riportare al centro delle attività umane il senso alto della riconciliazione e della ricostruzione, quali sentieri necessari per la risoluzione di ogni conflitto. Bisogna perciò mettere in atto forme di presenza consapevole per ridurre la tendenza a minimizzare o a “raffreddare” complesse questioni temporali. Penso alla indifferenza di fronte a stragi; a manipolate gestioni amministrative; a ruberie locali, nazionali ed internazionali; a violazioni del valore ontologico della natura nelle sue diverse articolazioni, ecc. La saggezza cristiana ci ricorda in proposito qualcosa da tenere sempre nel proprio cuore:
“Gesù chiede ad ogni suo discepolo un amore grande. Esso consiste in una piccolissima regola da applicare per tutti i giorni della nostra permanenza sulla terra. Ognuno è chiamato a mettere ogni cura, ogni impegno, ogni zelo nel liberare il suo corpo, il suo spirito, la sua anima da ogni peccato, vizio, pensiero non santo e non buono”. Necessita partire dalle proprie incongruenze, qualsiasi sia il ruolo occupato, migliorandosi nell’assunzione di quei principi che l’insegnamento evangelico ha posto al servizio di una umanità da evolvere di continuo, redimere e salvare. La società odierna ha un quotidiano bisogno di una perfetta esemplarità che ha in sé l’antidoto per correggere e tutelare nella fratellanza più pura le storture che ci circondano. Nel VI capitolo di Luca si legge: “Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.
Egidio Chiarella
Seguici anche su Facebook Troppa Terra e Poco Cielo