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La musica cantautorale è morta: intervista a Difiore
SOVERATO (CZ), 08 FEBBRAIO 2016 - Ritorniamo a parlare della musica indipendente italiana e, questa volta in particolare, di cantautorato. In questa breve intervista Difiore ci parla un po' del suo modo di vedere la musica e del suo Scie chimiche, album autoprodotto e pubblicato poche settimane fa.
Buona lettura!
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Cosa hai imparato dalla musica in questi dieci anni di carriera cantautorale?
Fondamentalmente, ho imparato che la musica cantautorale, così come la abbiamo conosciuta fino ad oggi, è morta. E’ un linguaggio che non penetra più, dunque è inutile, un vezzo. L’unico linguaggio che, in Italia, sembra avere una giusta diffusione è quello della musica rap. Da un lato, ci sono elementi positivi, come l’ironia, e la scrittura iper-realista. Ci sono anche molti limiti, dovuti ad una certa povertà di immagini.
Come nascono i tuoi brani e soprattutto i tuoi testi?
I testi nascono da suggestioni, più o meno consce, oltre che da un urgenza di tirare fuori qualcosa che “pesa”.
Qual è la caratteristica che differenzia Scie chimiche dai tuoi precedenti lavori?
E’ più fedele alla forma “canzone”, con meno concessioni all’elettronica. Ed è più fedele alla canzone d’autore, con un uso della musica e dell’arrangiamento funzionale al testo.
Che cosa vuoi trasmettere all'ascoltatore con questo tuo ultimo disco?
Voglio dire all’ascoltatore di non fermarsi solo alla prima risposta, di provare a scavare, anche in se stessi.
Parlaci del videoclip di Scie chimiche.
Il video è realizzato principalmente per mostrare una delle mie suggestioni, come si diceva prima: i paesaggi di confine, tra città e periferia, tra fabbrica (ex), campagna, ferrovia e lamiere arrugginite, che tanto possono arricchire di poesia l’immaginazione. Poi c’è l’amica Nazaré, brasiliana, che dà un tocco di vitalità e di ottimismo, laddove spesso io mi perdo.
Hai dei progetti in cantiere per il prossimo futuro?
Forse una presentazione del disco. Non lo so. Non ne ho mai fatte. Dopodiché, mi piacerebbe cambiare completamente genere.
Limitandoci al nostro territorio nazionale, ti ha interessato qualche recente uscita discografica?
No.
Volete salutare i lettori di GrooveOn con tre – anche più – album che sentite in dovere di consigliare?
In questo momento, sto ascoltando con grande passione Gaznevada, Stupid Set e Confusional Quartet.
Federico Laratta
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