Cronaca

La morte di Michele Ferrulli durante l'arresto, assolti i 4 poliziotti

MILANO, 3 LUGLIO 2014 - La Corte d’Assise di Milano ha assolto i 4 poliziotti imputati di omicidio preterintenzionale per la morte di Michele Ferrulli, deceduto il 30 giugno del 2011 nel capoluogo lombardo mentre gli agenti lo stavano ammanettando.

L’assoluzione nei riguardi di Francesco Ercoli, Michele Lucchetti, Roberto Stefano Piva e Sebastiano Cannizzo, giunta dopo una camera di consiglio durata circa due ore, è stata motivata poiché «il fatto non sussiste». Il pm Gaetano Ruta aveva chiesto per gli imputati una condanna a sette anni di carcere.

Al momento della lettura della sentenza Domenica Ferrulli, la figlia di Michele, è scoppiata in lacrime abbracciando Lucia Uva, la sorella di Giuseppe, morto nel giugno del 2008 in ospedale dopo essere stato portato in una caserma dei carabinieri a Varese. Due morti per certi aspetti analoghe.

Uno dei legali degli imputati, l’avvocato Massimo Pellicciotta, ha affermato: «Ferrulli si scatenava ogni volta che vedeva una divisa: per lui la divisa era come un panno rosso per un toro». Inoltre, secondo la difesa si è trattato di un «processo fatto di suggestioni, come i manganelli, in realtà mai usati, e le lesioni sul corpo di Ferrulli che non ci sono mai state».

Differente la posizione espressa dalla famiglia Ferrulli, mediante le parole dell’avvocato Fabio Anselmo, il quale è anche legale di parte civile nei casi di Stefano Cucchi e Giuseppe Uva: «La nostra tesi era in linea con quella della Procura e comunque resta il profondo rispetto per i giudici».[MORE]

Michele Ferrulli morì in via Varsavia, nella periferia sud-est di Milano, per arresto cardiaco mentre gli agenti lo stavano ammanettando. Attorno alla sua morte si susseguirono, per l’appunto, polemiche e accuse in relazione a presunti abusi compiuti dai 4 agenti della polizia. Quest’ultimi, seconda la difesa, si resero protagonisti di «violenza gratuita non giustificabile». La versione della difesa, invece, riteneva Ferrulli responsabile di «gesti di sfida» nei confronti degli stessi poliziotti.

(Immagine da lettera43.it)

Giovanni Maria Elia