Cultura e Spettacolo
La morte di Capitan Cook e la mitologia aborigena
BOLOGNA, 14 FEBBRAIO 2012 – Oggi, oltre ad essere il giorno di San Valentino, non tutti sanno che ricorre la morte di James Cook, esploratore e navigatore britannico che ispirò uno dei più famosi miti delle popolazioni aborigene di cui molti antropologi si sono occupati.
Cook fu il primo a cartografare l'isola di Terranova, prima di imbarcarsi per tre viaggi nell'Oceano Pacifico nel corso dei quali realizzò il primo contatto europeo con le coste dell'Australia e le Hawaii oltre alla prima circumnavigazione ufficiale della Nuova Zelanda.
Il suo contatto con l’Australia e il giorno della sua morte fu proprio ciò che diede vita al mito di “Capitan Cook” nella mitologia aborigena. Secondo i documenti storici, nella suo terzo viaggio Cook si recò alle Hawaii. Qui, nel 1799, incontrò il re locale Kalani`ōpu`u e venne inizialmente scambiato per Lono, il dio hawaiano della fertilità. Tuttavia, il 14 febbraio presso la baia di Kealakekua alcuni indigeni rubarono una delle scialuppe della sua nave– e Cook, in preda all'irrazionalità, si scontrò con un gruppo di abitanti dell'isola, nella disputa furono esplosi alcuni colpi d'arma da fuoco e Cook venne accoltellato a morte.[MORE]
In pochi sanno del legame tra questa morte e il mito aborigeno comune diffuso in tutta l'Australia all'interno del quale predecessori dei narratori del mito incontrano un personaggio mitico, esotico (per lo più inglese), che giunge dal mare, importando il colonialismo occidentale, o offrendo doni ai predecessori del narratore o portando loro molto dolore.
Nel 1988, l'antropologo australiano Kenneth Maddock raccolse un certo numero di versioni di questo mito del Capitan Cook. Un altro antropologo, Marshall Sahlins, negli anni ’90 o se ne occupò.
Secondo Sahlins Cook era percepito dai nativi come una forma del dio dell’anno Lono. L’antropologo sottolinea che gli hawaiani che uccisero il Capitano Cook lo identificarono come una manifestazione di Lono e il casuale coinvolgimento di Cook nelle cerimonie Makahiki portò alla sua morte a Kealakekua Bay nel febbraio 1779. Cook era già noto come Lono anche prima del suo arrivo, al re delle Hawaii e al suo seguito accampati a Maui, dove le navi britanniche giunsero alla fine di novembre 1778. L’esploratore era stato a Kana’i alla fine di gennaio 1778, cioè nella precedente stagione Makahiki, dal punto di vista hawaiano. Le navi erano state viste fare il periplo delle Hawaii, seguendo la via cerimoniale di Lono e anche se un po’ in ritardo nella stagione rituale, vennero salutati con un benvenuto memorabile. Cook venne manipolato nelle cerimonie, come lo erano alcune immagini di Lono durante il ciclo cerimoniale dedicato al dio. Il capitano inglese fu percepito dagli hawaiani come un’immagine, un corpo, un aspetto visibile di Lono, anche se parziale e nuova. Quando i riti terminavano, l’immagine cruciforme Makahiki era distrutta; quando Cook tornò una seconda volta fu distrutto anche lui in modo simile, poiché era iniziato il tempo del dio Kū’.
Questo il mito che gli aborigeni australiani usano per descrivere le cause dell’arrivo del colonialismo occidentale nelle loro terre. Questo mito ci porta a pensare a un 14 febbraio lontano dal mondo degli innamorati e delle feste pagane occidentali. Culture diverse con credenze diverse si mescolano così in questa giornata.
Marika Di Cristina