Fantasticherie del cuore
La menzogna che conviene assurge sempre a "verita'"!
30 NOVEMBRE 2015 - L’uomo è esperto da sempre nel confezionare le menzogne più spettacolari, ma anche quelle così ben congegnate, da farle passare per anonime fonti di verità. Questa asserzione vale anche se, come cristiani e non, ci dovessimo inoltrare nel considerare alcune affermazioni che hanno segnato il passaggio del Messia in questo mondo. Non è forse ancora oggi viva la certezza, come nel passato, che tutti siano pronti a credere nel Figlio dell’Uomo dinnanzi ad una serie di miracoli giornalieri? Niente di più falso e menzognero. La storia ci dice il contrario. Lo stesso Giovanni riporta nel vangelo la non fede dei Giudei di fronte a tanti prodigi, seguita da una insurrezione ad ogni Parola detta da Gesù. Non è una novità affermare che molti cercavano o cercano il Cristo come operatore di meraviglie, magari per la risoluzione di un problema personale. Anche se i sacerdoti di allora lo avessero lasciato ad operare in tutta tranquillità, non certo ci sarebbe stata la conversione di ognuno. [MORE]
Credere nella Parola significa rivedere la propria vita; mettersi in discussione; constatare che Dio ha inviato suo Figlio a riaprirci alla novità la strada sbarrata dal peccato originale. Ma essere nuovi significa oggi, così come ieri, rivoluzionare le proprie abitudini esteriori, ma anche quelle interiori. Ben venga allora il miracolo, ma il cambiamento può benissimo aspettare. Nello stesso tempo si continua a legare la fede nel Signore alla sola potenza dei suoi prodigi. La menzogna qui assurge a “verità”, perché conviene ai molti. Qualcuno ricorderà anche una altra grossa falsità, capace di stravolgere la concretezza storica, falsificando di fatto il buon senso di un popolo. Si tratta di un’affermazione dei farisei utilizzata per far impaurire la gente che seguiva Gesù: “Verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione”.
Pur di ottenere un vantaggio politico e religioso si arrivò senza alcun rossore a mettere in discussione persino le ragioni pubbliche accertate. Una attestazione del genere era contro Dio, ma anche contro i Romani. Il Tempio è vero che sarebbe stato distrutto, ma solo se il popolo avesse rifiutato di ascoltare la Parola di Cristo e non il contrario. I Romani, c’è da dire in piena coscienza, mai si sono interessati di questioni religiose. A loro interessava la sottomissione dei popoli e l’adesione alla legge di Roma, non altro. Gesù non aveva mai predicato una ribellione contro qualcuno, anzi era il primo a sostenere di dare a Cesare quanto fosse giusto ricondurre a lui. Perché allora si continuava e si continua a servirsi della menzogna? Il motivo principale è pienamente riscontrabile nell’appartenenza di ognuno di noi.
Chi non ha fede nella Parola e preferisce la vicinanza al Maligno, che tutto permette e giustifica in cambio di una personale scintillante dannazione, non può non utilizzare parole di falsità; come non può non ricondurre la realtà alle logiche perverse dell’inganno, in qualsiasi campo si operi. Da quello politico a quello religioso; da quello professionale a quello sociale; da quello ricreativo a quello familiare. Chi conosce questa strada, oggi protetta spesso da un relativismo senza limiti, non può fare altro che difenderla. Vale il detto: “Menzogna con menzogna, falsità con falsità, inganno con inganno, ma anche verità con verità”. Ognuno vede dal suo cuore. Oggi non manca chi a qualsiasi livello sia pronto ad accogliere la menzogna sociale, economica, istituzionale per proclamarla figlia del diritto. Il vantaggio immediato è forse assicurato, ma si compromette seriamente la verità che ha radici nel diritto naturale dell’uomo, aprendo di fatto ad un obbrobrio storico che le nuove generazioni saranno costrette a subire.
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Egidio Chiarella
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