Fantasticherie del cuore
La mente dell'uomo e il soccorso dello Spirito
L’uomo di oggi è tentato a pensare che il messaggio cristiano sia soltanto un fondamento più virtuale che reale. Di conseguenza fa fatica a trovare in esso le spinte e le soluzioni giuste per superare ansie e criticità ormai all’ordine del giorno. Diventa così difficile indicare il vangelo come bussola permanente per qualunque persona, al di là del suo ruolo nel sistema sociale in cui vive. Un cambio di direzione questo che non ha alcuna giustificazione, ma che risente dell’intimo principio umano pronto a separare la praticità quotidiana dalla spiritualità dell’uomo e dalla saggezza divina che anticipano ogni tipo di materialità terrena. L’amore e la verità, base ontologica di ogni pagina scritta sulla missione di Cristo, sono invece l’essenza di ogni cosa con cui misurarsi, permettendo al credente di affrontare la quotidianità senza mai fuggire da un qualsiasi contesto. [MORE]
Fidarsi unicamente della propria mente può di conseguenza condurre ad uno “scontro” con gli elementi di soprannaturalità che hanno attraversato la vita Gesù fin dalla nascita; dai suoi miracoli; dalle sue sapienti orazioni; dalla sua resurrezione, passando dalla croce. È qui la grande sfida attuale spirituale, politica, sociale, professionale, imprenditoriale, familiare, religiosa, ecc. È da questa rivoluzione impellente che si promuove la vita verso Dio e non verso sé stessi! Fidarsi del Signore non è altro che rendere compatibile con il bene generale, ormai seriamente compromesso, l’universalità dell’esistenza naturale di quel tutto affidatoci dal cielo. Confidare all'opposto solo nella propria mente consegna al tempo, prossimo o lontano che sia, le ferite personali e collettive che alterano il corso di redenzione della storia.
La mente tradisce, la Parola no! C’è a questo punto da osservare che oltre a chi esce dalla verità di Cristo c’è, come l’apostolo Pietro, chi fa fatica ad entrarvi nonostante i buoni propositi, perché sovrastato dai propri infiniti pensieri. Sarà lo Spirito Santo a rendere capace una mente, pur se piccola, ad accogliere la grandezza del mistero divino. La difficoltà di Pietro è la rappresentazione attuale della nostra umanità. Non basta voler entrare nel mistero del Signore, bisogna aprirsi concretamente alla verità della sua Parola. Per farlo è necessario con umiltà chiedere che lo Spirito Santo venga in soccorso di ognuno, per allargare quei limiti della mente che spesso e volentieri sono stati innalzati a nuovo “vitello d’oro”. In proposito l’invito che viene da una omelia dei giorni della Pasqua del Signore appenati passati:
“Dobbiamo chiedere allo Spirito Santo, attraverso una preghiera santa e convinta, che spacchi la nostra mente e ci dia un poco del suo Spirito, rendendoci capaci di fare buone cose. Se lo Spirito non viene diventa faticoso agire secondo la Parola; ci si può muovere solo dalla propria mente, non oltre”. Se la società odierna capisse l’urgenza di invocare lo Spirito Santo, anche se “corazzata” con il suo smartphone, rinnovando il suo approccio a cose e fatti che la circondano, potrebbe avviarsi un futuro più chiaro. Bisogna affidarsi perciò alla preghiera. Non c’è altra strada. Se ogni essere umano pregasse con forte intensità e senza arrossire, si aprirebbero spazi del tutto inediti per l’umanità. La mente umana valicherebbe i suoi ristretti confini, sebbene i suoi più grandi successi, e l’uomo ritornerebbe ad assaporare la sua vera natura, fatta ad immagine e somiglianza di Dio.
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