Politica
La maggioranza perde pezzi, ma Silvio non molla
CAGLIARI, 4 NOVEMBRE 2011 - L’ultimo della lunga lista di chi ha voltato le spalle al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, appartiene alle file della maggioranza e risponde al nome di Maurizio Paniz. [MORE]
Il “fedelissimo” deputato due giorni fa ha dapprima lanciato l’accusa al premier di “portare una commistione tra pubblico e privato” poi ha in parte ritrattato “La maggioranza può esprimere un’altra persona di spicco come Gianni Letta o Renato Schifani”. Parole che, pronunciate proprio da qual Maurizio Paniz che in Parlamento si alzò coraggiosamente a dire che il Cavaliere, se davvero aveva commesso concussione per salvare Ruby Rubacuori, l’aveva fatto perché credeva davvero si trattasse della nipote di Mubarak, lascia un po’ perplessi, o quantomeno fa riflettere.
“Nel 2013 – spiega l’“onorevole voltafaccia” – il presidente Berlusconi non e’ candidabile. Non perché non abbia dato molto all’Italia, ma perché ha perso il consenso popolare dato che la commistione pubblico privato lo ha danneggiato in maniera superiore ai crediti che aveva maturato”. Ma questa mattina a “La telefonata di Belpietro”, trasmessa su canale 5, ha sostenuto la sua fedeltà e il suo credere nella coesione del partito.
I rapporti non certo idilliaci tra il premier e Tremonti, sono oramai noti a tutti “Dovremmo prendere atto della situazione e andarcene. Dimettiamoci tutti” ha detto ieri il nostro ministro dell’Economia, “Non esiste, io vado avanti, non mollo” la risposta del nostro infuriato invincibile Cavaliere, di nuovo Tremonti “Se avessi potuto fare il ministro dell’Economia come volevo io, non staremmo in questa situazione”, e Berlusconi che mai si tira indietro “Se avessi potuto fare il premier come volevo io, tu Giulio non saresti ministro dell’Economia”. Un botta e risposta che certo non alleggerisce il clima pesante di Palazzo Chigi. Alcuni anonimi del Pdl dicono che i due sarebbero quasi arrivati alle mani. Per fortuna c’è La Russa che smentendo le voci che parlano di una vera e propria guerra in atto: minimizza “C'è stata solo una discussione approfondita ma nessun dissapore”.
Il Pd e il Terzo Polo si dicono pronti a soddisfare le richieste di Napolitano che invita tutti a “fare la loro parte per salvare il Paese”, pronti, ma a patto che Berlusconi si dimetta. Casini, leader dell’Udc e Bersani, leader del Pd sono irremovibili il “problema Berlusconi” non può essere ignorato.
Dopo l’addio dell’onorevole Antonione i deputati del Pdl, Alessio Bonciani e Ida D’Ippolito lasciano il Popolo delle libertà e passano al gruppo Udc, e si parla di altri sette parlamentari in procinto di seguirli.
Il Coordinatore della segreteria del Pd, Maurizio Migliavacca esprime molto chiaramente la posizione dell’opposizione “Già non esisteva più politicamente, ora la maggioranza perde pezzi di ora in ora anche numericamente. Il passaggio avvenuto in queste ore di due deputati Pdl alle fila dell'Udc segna un’altra tappa di questa lenta agonia che sta producendo danni incalcolabili al Paese. Che altro occorre aspettare perché la maggioranza prenda atto di essere ormai dissolta?".
Ma Silvio non molla, e il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che gli resta fedele, almeno per ora, così sintetizza la posizione che il partito ha illustrato al Capo dello stato, Giorgio Napolitano "Al Presidente della Repubblica abbiamo detto che riteniamo di avere i numeri per arrivare al 2013 con questo Governo", e prosegue “Dopo il governo voluto dagli italiani non può esserci un Governo nato da giochi di Palazzo. Se questo Governo non avrà i numeri chiederemo che si vada al voto, perché in questa legislatura non c'è un'alternativa al Governo Berlusconi".
Ma le dimissioni del premier possono davvero essere la panacea di tutti i problemi del nostro Paese?
Sara Marci