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"La mafia uccide solo d'estate", la satira di Pif per ridere della mafia

PALERMO, 21 NOVEMBRE 2013 – Di mafia si può ridere, anzi si deve. "È grave quando non si può ridere di qualcosa, sempre con il rispetto naturalmente per le vittime, in modo che la satira non offenda la tragedia". La mafia uccide solo d'estate di Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif), distribuito dalla 01 in oltre 200 sale da giovedì prossimo, è un film in concorso al Festival di Torino.

Una commedia in cui ''si ride della mafia mescolando satira e denuncia''. Così Pif ha ideato la sua prima opera, di cui è protagonista con Cristiana Capotondi. ''Io vengo dal mondo de Le Iene (come autore e volto di inchieste satiriche proseguite poi con 'Il testimone'), dove ho imparato che attiri molta più attenzione se arrivi scherzando, poi tirando fuori temi importanti, come cazzotti nello stomaco, per poi tornare a ridere. La cosa fondamentale è che la satira non offenda la tragedia" dice.

Palermitano, classe 1972, Pif fa tesoro della sua esperienza televisiva (Le Iene, Il testimone) e della frequentazione di set eccellenti (ad esempio I cento passi di Marco Tullio Giordana) per raccontare un periodo della sua Palermo che, visto con gli occhi di oggi, pare quasi incredibile.

La storia, ambientata a Palermo tra gli anni '70 e '90, racconta l’educazione sentimentale e civile di un bambino, Arturo(da bambino lo interpreta Alex Bisconti, da adulto Pif), che nasce a Palermo lo stesso giorno in cui Vito Ciancimino viene eletto sindaco. Una storia d’amore, con i tentativi di Arturo di conquistare l'amata Flora (da bambina Ginevra Antona, da adulta Cristiana Capotondi) , una compagna di banco di cui si è invaghito alle elementari.. Le avventure personali e sentimentali del protagonista offrono uno sguardo anche sulla cronaca della città immersa nelle guerre di mafia e nel tentativo di combatterla, di uomini coraggiosi, spesso soli, come Rocco Chinnici, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino. Il racconto si intreccia alle immagini di repertorio scelte dagli autori nelle Teche Rai.

L’obiettivo del neoregista, palermitano, classe 1972, è di far arrivare il film anche ai giovani. Di una cosa va già fiero: "Siamo riusciti a girare quattro settimane a Palermo senza pagare il pizzo. Ho detto da subito che non l'avrei pagato perché sarebbe stato assurdo, visto il senso del film. Ci siamo riusciti, e non è una cosa così scontata, grazie all'aiuto fondamentale dell'associazione 'Addio Pizzo' e perché non ho la mentalità dei miei genitori, che erano rassegnati".

''E' fondamentale riuscire a raccontare con leggerezza un argomento del genere, si può arrivare così anche a un pubblico più giovane che non ha ancora letto certi fatti - dice Cristiana Capotondi -. In alcuni punti si ride ma si capisce la portata drammatica di personaggi come Boris Giuliano o Dalla Chiesa che nella storia sono talmente umanizzati da cogliere il loro sacrificio ancora più profondamente''.

Per combattere la mafia “la speranza è non far riaccadere quello che è successo e vale anche per il nord, dove oggi le dichiarazioni di certi politici assomigliano a quelle dei politici siciliani degli anni '70 - dice Pif -. A volte per orgoglio, altre per collusione, non ne vogliono ammettere l'esistenza''. Il regista comunque vuole essere ottimista: ''oggi la gente denuncia di più, e lo Stato, seppur tra mille problemi e limiti è più presente. Non penso che politici come Ciancimino, Lima o il nostro caro Giulio (Andreotti, ndr),potrebbero agire allo stesso modo oggi'' La mafia ''è sicuramente meno potente, ma proprio per questo bisogna continuare la lotta alla criminalità ovunque. Sappiamo che è più pericolosa quando non si vede''.

Domani alle 12 il regista palermitano presenterà in anteprima il suo film d'esordio, La mafia uccide solo d'estate, dal liceo classico Torquato Tasso di Roma. Sarà possibile seguire la diretta su Repubblica.it. A introdurre la puntata un ospite d’eccezione: Roberto Saviano, che dirà la sua sul film.

(foto dal sito news.mtv.it)

Michela Franzone[MORE]