Societa'

La libertà, requisito essenziale per custodire il dono eterno della vita

CATANZARO 20 GENNAIO - La libertà, requisito essenziale per custodire il dono eterno della vita (Breve riflessione scaturita dopo l’intervista al dott. Nicola Gratteri a “Presa Diretta”)
Ho pensato a lungo su quale potesse essere il titolo di una riflessione sull’intervista al Dott. Nicola Gratteri trasmessa in TV nel corso del programma “Presa Diretta”; ho concluso che la lezione morale che il Procuratore Generale ci ha tanto magistralmente quanto duramente offerto ha un significato più profondo del contenuto stesso delle risposte fornite al giornalista: la libertà preserva la vita, quella vera, quella donata amorevolmente, quella che però, quando asseconda i condizionamenti di associazioni deviate o malavitose che gestiscono l’ uomo applicando sovente anche le leggi umane in maniera strumentale, diventa morte lenta e penosa, inferta dalla rincorsa all’ingordo arricchimento disonesto, all’illusivo prestigio, al potere vuoto, all’abuso istituzionale, cioè a tutte quelle tentazioni che attraverso il condizionamento della libertà sopprimono la vita di chi le accoglie trasformandole in stile di esistenza, e lo fanno subdolamente, facendo dimenticare la legge universale della esiguità dell’arco vitale terreno, offuscando il ricordo delle Nobili origini. In tal senso il Procuratore Generale ci ha semplicemente invitato alla vita, ci ha mirabilmente chiamato ad abbandonare la strada della morte lenta e indecorosa.

L’ impietosa sequenza di condizionamenti e di abusi che muove l’attuale società, esposta nel corso dell’intervista e che incide su tutta l’attività politica in senso cranio-caudale, subìta quotidianamente dalla maggior parte della popolazione che è costituita da onesti cittadini, potrebbe suonare come un qualunquismo se enunciata da chicchessia, ma non altrettanto se chi la diffonde è un Procuratore Generale della Repubblica che in maniera autenticamente storica ha offerto e continua ad offrire la sua vita per la riconquista della libertà e del benessere sociale.

Eppure, dopo la sconcertante intervista trasmessa e ritrasmessa in prima serata, in pieno pomeriggio, ecc.., ho percepito uno sgradevole silenzio, un arrendevole silenzio, un silenzio connivente, un silenzio masochista, un silenzio che richiede un’immediata e prorompente civile reazione di solidarietà, di vicinanza, di incoraggiamento, di amicizia, di riconoscimento, di affinità morale ad un uomo che, come tanti esercita il diritto alla protezione della libertà civile nella sua posizione istituzionale.

Il tutto spero stia maturando nella società degli onesti che hanno il medesimo obbligo di difendere la libertà incondizionata, senza scendere in barbari compromessi …….nonostante il silenzio. Io, con questa semplice riflessione e con la mia intoccabile libertà intendo contribuire a non farlo sentire solo. Cari lettori aiutare fattivamente chi si spende tenacemente per proteggerci, esercitando noi stessi l’onestà nel proprio ruolo istituzionale, qualunque esso sia, significa semplicemente studiare, lavorare e, attraverso l’esercizio di tali attività, rimanere liberi, perché la libertà è il principale conservante della vita, quella vera, quella eterna, quella che fa paura alla morte lenta ed indecorosa che appartiene ai malvagi.

 

Benedetto Caroleo

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