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ROMA, 09 MAGGIO 2015 - Dopo il Senegal e la Nigeria, la Liberia ha ufficialmente debellato l’ebola. Stando a quanto decretato dall’Organizzazione mondiale della sanità, il paese africano è oggi “Ebola free”. Decorsi 42 giorni senza nuove infezioni, secondo l’Oms un simile traguardo è "una conquista monumentale nel paese che ha riportato il più alto numero di morti durante l'epidemia".[MORE]
Durante il picco dei contagi, ad agosto e settembre del 2014, il paese ha avuto dai 300 ai 400 casi a settimana. "In quei due mesi la capitale è stata teatro di alcune delle più tragiche scene dell'epidemia - si legge nel comunicato dell'Oms -. Cancelli sbarrati nei centri di trattamento stracolmi, pazienti morti sui pavimenti degli ospedali, corpi lasciati per strada e non raccolti per giorni". A cambiare la situazione è stata la gestione militare da parte degli Usa - afferma Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'ospedale Spallanzani di Roma -. La dichiarazione dell'Oms è molto importante, ma finchè non si arriverà a zero casi in tutti i paesi la vigilanza deve rimanere alta''.
L'epidemia in Liberia si chiude con 10564 casi e 4716 morti, ma nei vicini Sierra Leone e Guinea i contagi continuano, anche se nell'ultimo bollettino dell'Oms era riportato il record negativo per l'ultima settimana con 18 nuovi casi nei due paesi.
In queste ore la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf sta festeggiando per le strade della capitale Monrovia, abbracciando e facendo foto con gli operatori sanitari, la categoria che ha pagato il tributo più alto al virus con oltre 500 morti nei tre paesi più colpiti. "Anche se l'epidemia sembra avviarsi alla fine - si legge in un comunicato di Medici Senza Frontiere - non bisogna abbassare la guardia, rafforzando soprattutto la vigilanza ai confini per evitare che il virus possa rientrare nel Paese".
“Sono contento – dice un giovane - perché i liberiani potranno di nuovo stringersi la mano. La nostra cultura ci ha abituato ad abbracciarci, a stringerci la mano, ci piace mangiare sugli stessi piatti in famiglia e con gli amici. E’ un segno di unità tra di noi”.
“Questo non significa – dice un altro liberiano – che dobbiamo smettere di essere prudenti. Dobbiamo continuare a essere molto severi nel mantenere le dovute precauzioni. E dobbiamo utilizzare la conoscenza ottenuta in Liberia per combattere l’ebola nei Paesi vicini e aiutarli a ottenere lo stesso nostro risultato: liberi dal virus dopo 42 giorni senza infezioni”.
Luna Isabella
(foto da ob.org)