Caffellatte e ginger letterari
La letterina di Natale dimenticata
12 DICEMBRE 2015 – Nel tempo di Natale, nel corso dell’Avvento, di ormai anni passati, era usanza, per molti, scrivere la Letterina di Natale. Lo facevano i piccini, a scuola, con l’aiuto di insegnanti e professori. Si scriveva un piccolo componimento intriso di propositi e pensieri.
Non si trattava di un elenco di doni e di balocchi. Non era l’espressione di soli desideri. Era un lavoro più prezioso, più complesso e articolato.
I giovani bambini erano chiamati a mettere dai parte un po’ se stessi e pensare in modo un po’ più grande. L’occasione del Natale, infatti, era momento in cui riflettere su cose più elevate. Tutti, grandi e piccini, erano invitati a volgere lo sguardo al Cielo e interrogarsi sul Bene per la Vita.
Le letterine, pertanto, così pensate e realizzate, erano ricche di tante pie intenzioni. Si chiedeva la Pace, la Giustizia, la Salute. Si chiedeva il cibo per i poveri, l’alloggio, l’accoglienza. Si chiedevan tante cose prioritarie considerate condizione necessaria al viver dignitoso.[MORE]
Nella lettera, così composta, c’era lo spazio più allargato alla famiglia. Si chiedeva il lavoro per i genitori, il cibo sempre a mensa, l’accordo tra fratelli. In pratica, si esprimevano richieste, auspici, desideri ma accanto si strappavano promesse. Quelle di essere di aiuto sempre in casa, di non aver assai pretese, di rinunciare anche a più cose, di eliminare i propri vizi e conquistare le virtù. Ci si impegnava in modo molto ardito ad esser buoni e amare tutti quanti.
Ma perché? Perché la letterina di Natale era indirizzata a una persona ben precisa. Veniva, infatti, proposta con dolcezza e presentata al caro Buon Gesù. Era proprio lui il destinatario della missiva tanto appassionata.
Non era lunga la lettera ma densa di contenuti. Bella al punto di strappare commozione. La si metteva sotto il piatto, la notte della Vigilia, proprio a cena e, insieme ai genitori, si leggeva con il cuore.
È ormai lontano un po’ questo ricordo. Non si usano più le lettere al Bambino. Si parla di Natale in modo assai profano, mondano, e solo a Santa Claus si chiedono più doni. Balocchi, videogiochi, vestiti ed indumenti ma della Letterina non vi è più traccia alcuna.
Simona Barberio