Estero

La guerra dei "narco-numeri" di Obama

WASHINGTON, 7 DICEMBRE 2011 – Sequestrare più cocaina di quanta se ne è (ufficialmente) prodotta. È quello che è avvenuto nei giorni scorsi tra Washington, Bogotà e l'Onu, che hanno aperto un nuovo fronte della lotta al narcotraffico. Quello delle cifre. [MORE]

Le 34 tonnellate fantasma. Sembra un po' l'italianissima diatriba sulle manifestazioni di piazza, quando le associazioni che scendono in protesta danno ai media determinate cifre, che non sono mai identiche a quelle degli organi istituzionali. 734 sono le tonnellate di cocaina sequestrate da gennaio alla fine di novembre. Una cifra sostanzialmente impossibile da raggiungere, stando a quanto sostiene il Dipartimento di Stato americano, secondo il quale vengono prodotte “solo” 700 tonnellate di cocaina. E la riappacificazione numerica sembra lontana dall'essere sanata, come evidenziano da Narcoleaks, il progetto – nato dal lavoro di alcuni giornalisti e ricercatori italiani in collaborazione con l'agenzia di stampa Redattore Sociale per analizzare gli sviluppi del traffico di cocaina nel mondo – che ha dato la notizia.
Al 31 dicembre, stimano dall'agenzia, verranno sequestrate tra le 744 e le 794 tonnellate di polvere bianca. «Come dire: il contadino dice di avere dieci polli e la volpe gliene mangia dodici. E tuttavia il contadino riesce a vendere comunque polli al mercato».

Proprio da fonti americane arriverebbe la smentita ufficiale. La capitaneria di porto americana ha infatti evidenziato in un documento che la quantità di cocaina transitata o in transito verso i confini statunitensi sarebbe di ben 771 tonnellate, di cui l'85 per cento trasportato via mare. Il Dipartimento di Stato – in compagnia dell'Ufficio Onu per la droga e la criminalità (Unodc) – sostiene invece che il traffico verso il paese a stelle e strisce si sarebbe ridotto a 200 tonnellate.
Unodc e autorità americane, poi, avrebbero anche stilato la classifica dei paesi produttori, dove il Perù avrebbe superato la narco-produzione colombiana. «Un'affermazione smentita dai dati sui sequestri» - rispondono invece i giornalisti di Narcoleaks - «L'ultima stima fornita dagli americani sulla produzione annua di cocaina in Colombia parla di 290 tonnellate. Ad oggi, però, i sequestri di cocaina colombiana effettuati da diversi paesi è parti a 351,8 tonnellate, cioè al 121,3 per cento della produzione colombiana stimata dal Dipartimento di Stato americano».

La smentita, questa volta, arriva dai diretti interessati con un comunicato ufficiale della Policia Nacional de Colombia nel quale si evidenzia il ritrovamento di un “maxi cristalizadero” (come si chiamano i laboratori di produzione della cocaina) con una capacità produttiva tra i 500 e gli 800 chili di cocaina al giorno, cioè tra le 182 e le 292 tonnellate annue. «Se prendiamo per vera la produzione annua stimata dal Dipartimento di Stato americano di 290 tonnellate», continuano da Narcoleaks, «vuol dire che in Colombia esiste un solo laboratorio di cocaina. E questo è davvero ridicolo».

In conclusione, riportiamo le domande che Narcoleaks rivolge direttamente a Barack Obama, al Segretario di Stato Hillary Clinton ed al direttore dell'Office of National Drug Control Policy, Gil Kerlikowske:

  1. Come è possibile che la quantità di cocaina sequestrata sia superiore a quella prodotta secondo i vostri dati ufficiali?
  2. Come è possibile che il Dipartimento di Stato affermi che nel mondo si producano 700 tonnellate di cocaina, quando la U.S. Guard Coast afferma che il solo traffico di cocaina dal Sud America agli Usa è di ben 771 tonnellate?
  3. Come è possibile che diverse autorità americane siano in netta contraddizione tra di loro?
  4. Perché si continua ad affermare che la produzione di cocaina colombiana è calata quando tutti i dati disponibili dicono il contrario?
  5. Alla luce di queste contraddizione, sono giustificati i miliardi di dollari spesi per finanziare il Plan Colombia?

 

Andrea Intonti