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30 GENNAIO 2015 – Nei giorni scorsi numerose sono state le manifestazioni e le iniziative dedicate all’ormai consueta Giornata della Memoria istituita in Italia a partire dal 2000 per ricordare lo sterminio del popolo Ebreo in Europa durante la Seconda Guerra mondiale. Anche le scuole, ormai da tempo, sono attive e propositive in tal senso. Commemorazioni, eventi, attività laboratoriali muovono più insegnanti a promuovere e sostenere tale iniziativa in modo fortemente partecipato.
Letture, riflessioni, brevi componimenti, nonché visione di films e documentari sul tema, hanno accompagnato più giornate scolastiche di molti giovani, adolescenti e non solo, così come di tanti adulti.
Brani tratti dagli ormai storici libri, basti ricordare per tutti “Se questo è un uomo” di Primo Levi o il famoso “Diario” di Anna Frank, ma anche films del calibro di “Schindler's list”, “La settima stanza” o “Il bambino con il pigiama a righe” oppure gli svariati documentari e testimonianze dei sopravvissuti all’amara esperienza dei lager nazi-fascisti.[MORE]
La RAI, ad esempio, quest’anno, ha scelto di dedicare un’intera settimana alla commemorazione dell’olocausto che ha colpito gli Ebrei dando ampio spazio alla vicenda con una programmazione ben mirata ed approfondita sulle sue diverse reti.
Il M.I.U.R., invece, ha pensato di render disponibile sul suo sito web, tra le risorse didattiche, una raccolta in pdf di poesie scritte da alcune vittime del genocidio. Tra queste alcune sono anonime, di poche si conoscono bene le generalità, altre sono scritte da bambini.
Molti, poi, sono i cantautori e poeti che nel tempo si sono cimentati sull’argomento e che hanno scritto di questa triste pagina di storia. Guccini, ad esempio, ha dedicato ad “Auschwitz” un suo testo così come anche Battiato che ha scritto “Il Carmelo di Echt” in cui accenna all’esperienza di Edith Stein, ebrea convertita al cattolicesimo e morta nel famoso campo di concetramento, proclamata poi dal papa, San Giovanni Paolo II, Santa e Compatrona d’Europa.
Di questa tragedia, in sostanza, si è parlato e se ne parla in mille modi. Ancor prima di essere una brutta pagina di storia del popolo ebraico lo è per l’umanità intera. Ha messo, certamente, in evidenza le mille brutture di cui è capace l’uomo: la sua crudeltà, la sua spietatezza e la sua indifferenza.
La Giornata della Memoria allora perché esiste, perché la si è pensata, creata, istituita?
Occorre accompagnare i ragazzi all’interiorizzazione di tale avvenimento. Occorre svegliare le coscienze, renderle calde e sensibili. La tragedia di questo popolo è in realtà tragedia dell’umanità tutta intera. Vi sono morti rimasti senza nome e proprio a quei silenzi occorre dare voce.
Shoah. Parola semplice e breve che richiama però a partecipazione. Il dolore di un uomo è da considerarsi sempre dolore di un proprio fratello; un fratello che appartiene alla medesima famiglia umana, indipendentemente da chi sia.
È questo ciò che va insegnato e trasmesso a chi direttamente non ha vissuto l’esperienza. Lasciare memoria di quanto è accaduto nella storia affinché non solo se ne faccia tesoro perché mai si ripeta ma ancor più perché ci si interroghi sempre nel quotidiano per quanto avviene. Per non divenire mai aguzzini o predatori dei più deboli e degli indifesi, per non far distinzione in questo mondo tra cittadini di serie A e di serie B ma neanche di uomini con e senza diritti.
Il Giorno della Memoria è, quindi, una data da non dimenticare perché lasci un segno profondo dentro il cuore e faccia l’uomo nuovo, capace di attenzione, di partecipazione di fronte al dolore dell’altro. Si tratta di sensibilizzare, svegliare le coscienze, renderle meno addormentate. Capaci di sentire la sofferenza dell’altro sempre come propria.
Simona Barberio