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La Germania minaccia Google: trasparenza sull'algoritmo di ricerca

BERLINO (GERMANIA), 16 SETTEMBRE 2014 – Il ministro della Giustizia federale tedesca, Heiko Maas, minaccia Google: deve svelare il suo algoritmo di ricerca. Il colosso di Mountain View, che detiene un quota del 95% sul mercato, secondo il ministro, mina alla concorrenza e per questo deve rendere noto il meccanismo che lo ha reso così forte.

Maas: “Non temiamo Google. Vogliamo trasparenza”. Google: “Non prendiamo di mira la concorrenza”

Il ministro della Giustizia federale, Heiko Maas, ha rilasciato quest’oggi una dichiarazione al Financial Times in cui chiedeva a Google di rendere pubblici i suoi algoritmi, ‹‹non dobbiamo essere spaventati da Google, ma come Stato abbiamo delle responsabilità›› precisa il ministro. La richiesta formale giunta dalla Germania chiede maggiore trasparenza al colosso di Mountain View, per favorire la concorrenza e perché ‹‹sappiamo che Google copre il 95% del mercato del search. È un numero impressionante. Google domina il mondo dei motori di ricerca, ed è in grado di influire su suoi risultati in modo da coprire i propri interessi. E questo non è accettabile››.

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Google, d’altro canto, è preparato e in una nota, divulgata dal portavoce, dichiara che ‹‹ il tema è stato esaminato per un totale di otto anni negli Stati Uniti e in Europa e le autorità di regolamentazione hanno concluso che non usiamo i nostri algoritmi per prendere di mira i nostri concorrenti. Rendere i nostri algoritmi disponibili può sembrare semplice, ma così facendo lasceremmo campo libero a spammer, siti con malware e siti web di bassa qualità, danneggiando così i nostri utenti››.

Germania da tempo in lotta contro Google: in avvio un progetto per la protezione dei dati

L’attacco pubblico di Maas a Google è solo l’ultimo tassello di una lotta che dura, ormai, da molto tempo. Il primo scoglio da affrontare è il danneggiamento del diritto d’autore, soprattutto in riferimento agli estratti, culturali o informativi, che circolano sui giornali online. La possibilità di rendere i contenuti pubblici mina al diritto d’autore, a cui si aggiunge lo scandalo Datagate che ha condotto la Germania ad un analisi assidua del traffico in entrata e in uscita dall’Europa e dall’America. ‹‹Per noi è prioritario salvaguardare la privacy dei cittadini›› spiega ancora il ministro Heiko Maas ‹‹le proposte nostre e della Ue sono che, solo col consenso dell'Authority europea di protezione dei dati personali, i dati personali stessi degli utenti possono essere trasferite all'esterno dell'Unione europea. Quando aziende offrono i loro servizi e prodotti a cittadini della Ue è giusto che le stesse aziende aderiscono alle leggi europee››.

Erica Benedettelli

[immagine da archiviodiariodelweb.it]