Editoriale
La "Fiducia" nella crisi
SALERNO, 03 MAGGIO 2014 - In questo particolare momento storico che sta attraversando la nostra Nazione già da alcuni anni, segnata da questo forte momento di crisi economica, sociale e politica, un dato emerge dal quadro generale in cui versa l’Italia: la fiducia delle persone è in calo. Infatti l’attuale crisi è stata molto spesso definita “crisi della fiducia”.
La Fiducia è una delle variabili essenziali che serve a tenere unito il sistema e progredire verso la crescita di una società, in tutta le sue componenti.
Durante i periodi di crisi economica si nota che gli indicatori della fiducia tendano al ribasso, ma è proprio in momenti di crisi come questa che essa diventa elemento propulsore del cambiamento sociale ed economico, divenendo cosi un elemento fondamentale della crescita generando valore.Quindi le variazioni indipendenti nella fiducia avrebbero effetti causali sui cicli economici.
Secondo l’indicatore ISTAT sulla fiducia delle famiglie è dall’ Agosto del 2011 che questa risulta essere crollata inesorabilmente ed è ad un livello più basso dal 1996.
La fiducia, da molti economisti, viene considerata come valore economico: infatti è in questi momenti di crisi, come quello che stiamo vivendo attualmente, che essa cala e si trasforma in sfiducia, che porta inevitabilmente la gente a conservare più che a spendere, adottando, in questo modo, un atteggiamento di grande prudenza.
Infatti la fiducia induce a spendere, la paura porta a risparmiare, e oggi la gente ha tanta paura del presente, ma soprattutto non ha più un minimo di fiducia e di speranza nel domani. Forse questo non è un atteggiamento che possiamo definire “equilibrato”, ma è soltanto una risposta irrazionale alle minacce indotte dalla crisi per cercare di fronteggiare un evento di una portata cosi alta che ineluttabilmente tocca le corde più intime degli individui, delle famiglie e delle imprese. Ciò è ulteriormente dimostrato dai dati Istat: sei famiglie su dieci fanno la spesa al discount.
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Anche se ad Aprile l’indice del clima di fiducia dei consumatori è aumentato ad 86,3%, rispetto all’85,3% del mese precedente. Gli indicatori del clima futuro e corrente sono entrambi in aumento, rispettivamente da 80,3 a 80,8 e da 89,2 a 90,1. I giudizi e le attese sulla situazione economica del paese migliorano: i rispettivi saldi passano da -147 a -137 e da -61 a -50. Le opportunità attuali di risparmio e le attese sulle possibilità future sono in calo, da 132 a 121 e da -81 a -90 i rispettivi saldi. Le opinioni dei consumatori sull'opportunità di acquistare beni durevoli migliorano: il saldo passa da -114 a -102.
Soffermandoci, dunque, sull’attuale situazione del nostro paese possiamo sottolineare il fatto che l’economia sia guidata non solo dalla razionalità, ma anche dall’agire irrazionale, dall’impulso e dall’emozione, in altre parole si basa sull’incertezza.
Ed è proprio di ciò di cui si nutre la fiducia: più ci si sente insicuri e più si ricorre ad essa come antidoto, grazie alla sua capacità di regalare sicurezza e senso di affidamento. La componente irrazionale/ razionale della fiducia, mutevole e dinamica, funge da stimolo o freno all’agire, accelera o decelera processi; il lato negativo è che essa non può essere governata.
In un contesto sociale ed economico fortemente asimmetrico come l’attuale, in cui il rapporto cittadini- istituzioni, fa leva proprio su questa condizione di scarsa fiducia, ha favorito l’ascesa dellacosiddetta “Economia nominale”, un tipo di economia che falsa la percezione del reale, espande ulteriormente i divari economici e sociali, sbilancia i rapporti tra rischio e ricchezza,dissolve i vincoli di responsabilità. Solo mirate politiche di economia della fiducia possono favorire la crescita della riserva di valore, atta a contribuire alla costruzione di capitale sociale.
Filomena I. Gaudioso