Fantasticherie del cuore

La derisione rovina le relazioni umane

Chi deride l’altro, senza magari conoscerlo in profondità, lo fa spesso per gelosia, per invidia, per debolezza o anche per l’incapacità di comprendere la portata culturale, morale e sociale di colui che ha di fronte. Il progresso sociale ed economico non ha fermato questa “avaria” del cuore umano, ma l’ha solo rivestita con le nuove tecnologie, rendendola più insidiosa e pericolosa. La rete non raccoglie purtroppo solo le cose belle, buone e giuste, ma trascina con sé anche il peggio dell’uomo, con uno spettacolo per nulla edificante e pronto ad avanzare a braccetto con il male più infido. Il vangelo come sempre soccorre e viene in aiuto. È leggendo Matteo che emerge il pericolo della derisione e di come essa possa ritardare il compimento di processi positivi e significativi per una comunità. “Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano”.[MORE]

Gesù non reagisce, chiede che tutti vadano fuori. Non è necessario in questo caso difendersi dinnanzi a tanta stupidità. L’opera che si accinge a compiere parlerà per Lui e per il Padre, più di ogni eloquente discorso.  “Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione”. In altre occasioni il Messia non ha certo evitato di rispondere o di reagire, specie quando qualcuno ha tentato di mettere in discussione la verità della sua missione. Lo ha fatto con autorevolezza suprema collocando “la verità della sua persona sul candelabro della storia in modo che tutti possano essere illuminati dalla sua luce”, così scrive Mons. Di Bruno nel suo vangelo del giorno, aggiungendo: “Mai Gesù permette che si maligni, si giochi, si insinui la falsità in tutto ciò che in Lui viene da Dio e tutto in Lui, veramente tutto, viene da Dio”.

La società attuale dovrebbe fare tesoro di questa lezione di vita e calibrare la sua azione quotidiana, anche se i tentativi continui di deridere il prossimo ci consegnano spaccati sociali, molto deboli e precari, che non aiutano a migliorare le relazioni umane. La derisione va fermata in due modi, in qualsiasi campo essa si materializzi: Economia; Lavoro; Ricreazione; Famiglia; Relazioni personali o di gruppo; Politica; Religione, ecc. In primo luogo ci sono dei momenti in cui è bene tacere, specie se si ha la possibilità di intervenire con un risultato, immediato o a breve termine, che non permetta di rovinare la propria verità; in secondo luogo emergono situazioni in cui non bisogna avere timore nel mostrare la propria limpidezza d’animo e di pensiero, costi quel costi.

Sembra tutto chiaro, ma quando si guarda intorno è facile imbattersi in un mondo che nei fatti non segue la sapienza della Parola, pur magari credendo nel vangelo e professando la fede. Il tempo attuale è ben attrezzato a confondere le acque e ad offrire soluzioni adatte ad ogni problema personale, senza mettere in discussione la propria coscienza o la morale pubblica. Tutto è possibile. Basta pagare o comunque avallare le tante filosofie di successo che seguono l’uomo in ogni suo desiderio, danneggiando però l’anima e la verità oggettiva, quale unico garante del vero bene comune. Ma oggi si continua a deridere Gesù? Domanda seria, dirompente, che svela la derisione verso il Figlio dell’Uomo mentre si tradisce il prossimo; non si onora il padre e la madre; si ammazza in nome di Dio; non si lenisce la disperazione altrui; s’ignora l’eucaristia; si vive nella corruzione; si respinge il discernimento sacerdotale; si vive solo da sé stessi.




Egidio Chiarella
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