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La decadenza della realtà odierna: intervista ai La Fine
VITERBO, 8 DICEMBRE 2014 - Tra due giorni verrà pubblicato il disco d'esordio dei La Fine. In Scontento la band fonde noise e post-hardcore con testi in italiano. Il disco uscirà per la Superdoggy music, la label di Karim Qquru, batterista degli Zen Circus; è stato registrato e mixato all'Igloo Audio Factory di Correggio da Andrea 'Sollo' Sologni, bassista dei Gazebo Penguins; il mastering è stato affidato ad Andrea Suriani, tastierista de I Cani. Di seguito la nostra intervista che ci descrive questo nuovo progetto.
Buona lettura!
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Perché La Fine? Come nasce questo progetto?
La fine nasce a metà del 2012 come progetto parallelo di altri gruppi che avevamo ovvero Miss Fraulein e Ogun Ferraille. Nasce un po’ per caso come tutti i gruppi, siamo tre amici che si sono ritrovati a suonare in sala prove senza molte aspettative e poi tutto ha fatto il suo corso da solo, senza che ce l’aspettassimo veramente.
Parlateci un po' di scontento Scontento
Scontento ha una genesi abbastanza particolare, non avevamo ancora in mente di fare un disco perché quando registrammo scontento (ormai un anno fa) suonavamo insieme relativamente da poco. Avvenne che dopo qualche mese che il gruppo era nato ci chiudemmo in una casa in campagna di un nostro amico a registrare 4 pezzi giusto per avere qualcosa da fare sentire, questi quattro brani fecero giri assurdi arrivando alle persone più improbabili, arrivò l’attenzione degli addetti ai lavori e alcune etichette cominciarono a chiedere un disco per vedere di collaborare insieme, quindi fu abbastanza naturale dopo tutto questo pensare di fare un disco.
QUI ANNUNCIAMO L'USCITA DI SCONTENTO
Cosa rappresenta la copertina?
La copertina è realizzata da Roberto Gentili un nostro amico che è un bravissimo illustratore, è legata a quello che cantiamo nel disco, è un po’ un ritratto delle immagini che costruiamo nei testi. In particolare l’idea è partita dalla frase di “precipizio” che è la traccia che apre l’album, dove diciamo “la presunzione è un aquilone che non si muove”, nell’immagine si vede un ragazzino che fa volare un aquilone, come a significare che ancora non è corrotto dalla realtà che lo circonda e riesce ancora a gioire con poco e a vivere senza la delusione che può dare il mondo, è felice di giocare con l’aquilone anche se intorno il paesaggio è spoglio, scuro, inquietante se vuoi, l’aquilone vola e lui è felice senza accorgersi che intorno è tutto molto decadente.
Essendo di Cosenza, per quale motivo lo avete registrato a Correggio all'Igloo Audio Factory?
La motivazione è sicuramente la stima che abbiamo per Sollo come produttore e come musicista, quindi è stata una scelta naturale pensare subito a lui. Cercavamo qualcuno che potesse rendere al meglio il nostro suono e capire la direzione che volevamo prendere con questo disco e a posteriori direi che non abbiamo sbagliato.
Perché questo lavoro è rimasto fermo per un annetto?
Abbiamo fatto tutto troppo in fretta e dovevamo riposarci, no in realtà ci furono vari contrattempi legati all’uscita del disco, fare uscire un disco in italia sta diventando sempre più difficile per tantissimi motivi e siamo felici che finalmente abbiamo visto la luce in fondo al tunnel.
Com'è nata la collaborazione con la Superdoggy Music di Karim Qqru?
Karim è uno di quelli a cui arrivarono i 4 pezzi della demo, e fu subito entusiasta e intenzionato a produrre il nostro primo disco. A lui il progetto piacque molto da subito quindi ci fu poco di cui parlare quando gli mandammo il disco. Crediamo che alcune cose succedono perché devono succedere.
Da cosa trate ispirazione e come si svolge la creazione dei vostri pezzi?
L’ispirazione la prendiamo sicuramente dalle nostre vite. Quello che diciamo nelle nostre canzoni è quasi sempre autobiografico o quasi, sono sempre sensazioni e stati d’animo che viviamo per primi sulla nostra pelle, le immagini che costruiamo per descrivere qualcosa parlano sempre di noi, di quello che ci circonda e che sentiamo in quel momento, suonare diventa una catarsi per liberarci di alcuni pesi. La creazione avviene un po’ come tutti, si va in sala con un’ idea e si suona finché non si capisce che direzione stiamo portando il pezzo, alcune volte qualcuno ha già idea di come deve essere il brano e cerca di portarlo in quella direzione, poi quando sentiamo che stiamo andando dalla parte giusta giusta si prova a cantare qualcosa per dare una linea vocale, scelta la linea vocale adatta poi si passa al testo.
Rispetto ad altre regioni, i gruppi calabresi hanno delle difficoltà logistiche per affacciarsi a livello nazionale, voi come avete affrontato questa situazione?
Non siamo proprio nuovi in questo campo, quindi è una difficoltà che purtroppo conosciamo bene. Internet ha dato la grande fortuna di creare questo mondo parallelo dove le distanze non esistono e una persona può parlare e stare continuamente aggiornata con un’altra che si trova a tantissimi chilometri di distanza, non è certo come vivere fisicamente la vicinanza con qualcosa o qualcuno, siamo sempre persone, ma questo aiuta molto la diffusione e il networking per chi è geograficamente svantaggiato come noi, che nella musica è una cosa essenziale. Un gruppo di Cosenza non penso sarebbe arrivato alle tante orecchie dove siamo arrivati noi con una demo se internet non fosse esistito. Per suonare in giro invece purtroppo è un altro discorso dove non ci sono molte soluzioni se non quella di spostarsi oppure prendere il furgone, fare i chilometri, spesso tantissimi e ritornare stremato a casa.
Salutate e consigliate tre album ai nostri lettori?
Ciao a tutti e grazie per quest’intervista!
Siamo molto lunatici come ascolti, questi sono i 3 dischi che abbiamo nel cuore:
-There is love in you di Four Tet
-Through silver in blood dei Neurosis
-Il primo dei Queens of the Stone Age
Federico Laratta
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