Corruzione, appalti truccati nel mirino della magistratura: intercettazioni e arresti
Cronaca Lazio

Corruzione, appalti truccati nel mirino della magistratura: intercettazioni e arresti

martedì 5 luglio, 2016

ROMA - Il capitolo dell’operazione ‘Labirinto’, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dal pubblico ministero di Roma Stefano Favanella, si apriva nel 2013 in seguito alla segnalazione di pratiche sospette nell’assegnazione di appalti in alcuni ministeri e altri enti come INPS e Poste.[MORE]

Nella mattinata del 4 luglio la procura di Roma ha ordinato ventiquattro arresti, dodici in carcere e dodici ai domiciliari, cinque misure interdittive e sequestri pari a circa 1,2 milioni di euro, oltre che decine di perquisizioni a Roma e in diverse città italiane. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale alla corruzione, dal riciclaggio alla truffa ai danni dello Stato.

Sarebbero circa cinquanta le persone indagate. Dalle intercettazioni telefoniche trapelerebbe anche la presenza del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che non è coinvolto nell’inchiesta. Il raccordo di questa rete di illeciti sarebbe costituito da due persone: il consulente Alberto Orsini, che aveva un ufficio a Roma vicino al Parlamento, e Raffaele Pizza, fratello di Giuseppe, ex sottosegretario all’Istruzione quando Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio.

Secondo i magistrati di Roma, Raffaele Pizza detto ‘Lino’ sarebbe stato la mente di questa rete di favoritismi governata dal criterio della fiducia per l’assegnazione di cariche di rilievo. I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria lo avrebbero ascoltato per diversi mesi durante le sue continue telefonate effettuate nell’ufficio di via Lucina, vicino Montecitorio. Conversazioni che riporterebbero i nomi di Angelino Alfano e di suo fratello assunto alle Poste Italiane, di Vittorio Crecco - ex direttore generale dell'Inps -, di Silvio Berlusconi, di Antonio Cannalire, personaggio di spicco in Bpm.

Secondo l’accusa “Orsini rendeva un servizio di false fatturazioni in favore di imprenditori interessati ad evadere il fisco e a costituire fondi neri”, si legge nelle carte dell’inchiesta. Indagato anche Antonio Marotta, avvocato penalista, deputato di NCD ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura. L’operazione ‘Labirinto’, quindi i tredici milioni di euro gestiti illecitamente negli ultimi anni, riguarderebbe tutta la penisola italiana: Lombardia, Veneto, Marche, Umbria, Emilia Romagna, Toscana e Lazio.

Il giro di appalti pubblici truccati messo in piedi da Orsini e Pizza sarebbe stato assorbito da INPS, INAIL, Poste, ENEL, CONSIP, ACEA, ATAC, ASL Abruzzo, nonché dai ministeri della Giustizia e dell’Istruzione. Tramite un’intercettazione risalente al 9 gennaio 2015, i finanzieri avrebbero registrato una conversazione tra Raffaele Pizza e Davide Tedesco, collaboratore di Alfano al ministero. Dall’inchiesta si legge che “Pizza sostiene di aver facilitato l’assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste”.

Alessandro Alfano era stato nominato nel 2013 dirigente di Postecom, società di servizi internet di Poste italiane. Queste le parole di Pizza rilevate dall’intercettazione: “Angelino lo considero una persona perbene un amico… se gli posso dare una mano… mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri… tu devi sapere che lui come massimo – stipendio - poteva avere 170.000 euro… no… io gli ho fatto avere 160.000.

Adesso va dicendo che la colpa è la mia, che l’ho fottuto perché non gli ho fatto dare i 170.000 euro… cioè gliel’ho pure spiegato… poi te li facciamo recuperare… sai come si dice ogni volta… stai attento… però il motivo che non arriviamo a 170 è per evitare che poi dice cazzo te danno fino all’ultima lira. Diecimila euro magari te li recuperi diversamente”.

 

Luna Isabella

(foto da casertace.net)

 

 


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