La consulta  "come Ponzio Pilato" se ne lava le mani
Cronaca Veneto

La consulta "come Ponzio Pilato" se ne lava le mani

mercoledì 30 gennaio, 2013

CARCERE DI PADOVA 30 GENNAIO 2013 - La ricetta di rendere sociale il soggetto antisociale, mettendolo in una situazione asociale, insegnandogli cioè a nuotare fuori dall’acqua, è fallito. Solo nella società si può educare alla società. (Gustav Radbruch)

I fatti:
la nostra Costituzione sarà anche “la più bella del mondo”, come l’ha chiamata Roberto Benigni, ma per i detenuti e gli uomini ombra è solo cartastraccia.
Il Magistrato di Sorveglianza di Firenze aveva sollevato questione di legittimità costituzionale alla Consulta per il divieto dei detenuti ad avere rapporti intimi con la propria compagna o compagno, anche per evitare pratiche degradanti.

I vari Ponzio Pilato della Consulta con la sentenza n. 301/12 (relatore Giuseppe Frigo) rigettano la questione di legittimità costituzionale perché il Magistrato ricorrente non aveva descritto bene il caso concreto e anche per motivi di esigenza dell’ordine e della sicurezza.

Penso che i giudici della Corte Costituzionale si siano comportati come l’azzeccagarbugli de “I Promessi Sposi” del Manzoni, sicuramente formalmente avranno anche ragione, ma in altre occasioni sono stati molto meno farraginosi e cavillosi.

La famiglia dovrebbe essere la principale e basilare formazione sociale intermedia perchè costituisce la “prima cellula” della società, andrebbe protetta anche in carcere, perché i diritti di unione civile (o di fatto) dovrebbero (a questo punto il condizionale è d’obbligo) essere protetti dalla Costituzione e dai suoi giudici.
Il diritto alla vita privata e familiare di condividere con il proprio compagno o compagna un bacio e una carezza non si dovrebbe perdere entrando in carcere.

Io credo che uno Stato abbia il potere di punire, ma non dovrebbe poter impedire per decenni (per gli uomini ombra-gli ergastolani ostativi ad ogni beneficio penitenziario- per sempre) ad un detenuto/a di fare l’amore con la persona a cui vuole bene. Tutto questo non accade negli altri paesi in Europa.
Il carcere, troppo carcere, ci rende asociali e trovo ingiusto, irragionevole, punire due persone che si amano perché una di queste ha commesso un crimine.[MORE]

E poi a che serve proibire ad un prigioniero o ad una prigioniera di fare l’amore con la persona che ama?
Non è razionale, né umano, far soffrire il delinquente negli affetti per riparare al male che ha fatto.
A mio parere il male deve essere compensato con il bene e non con altro male, perché una inutile sofferenza rende le persone ancora più cattive.

Penso che “condannare” una persona all’amore sia il modo migliore per “punirla”: peccato che i giudici della Corte Costituzionale non l’abbiano capito e se ne siano lavate le mani, come Ponzio Pilato.

Carmelo Musumeci
Carcere Padova,
www.carmelomusumeci.com


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