Aaron pensieri a 4 zampe
La comunicazione nel cane. A colloquio con l'Istruttore Cinofilo Attilio Miconi
BOLOGNA, 4 SETTEMBRE 2017 - Conoscere il linguaggio del cane è di primaria importanza per comprendere i suoi stati d'animo, per capire se una situazione o un evento lo mettono a disagio e per migliorare e rafforzare l'intesa con il proprietario.
Spesso, purtroppo, gli esseri umani credono erroneamente che l'amico a 4 zampe abbia la loro stessa visione degli eventi, che trovi piacevoli alcune attività o, peggio ancora, che abbia gli stessi nostri modi di esprimere ed esternare affetto e simpatia.
Affinché non nascano incomprensioni che vadano a minare il rapporto tra Fido e l'uomo sarebbe sempre opportuno rivolgersi a personale cinofilo qualificato per comprendere il modo nel quale il cane si esprime e per evitare che il bipede fraintenda i suoi messaggi, esternati attraverso le posture, la mimica facciale, la posizione delle orecchie e della coda, i vocalizzi o altri atteggiamenti.
In che modo il cane interagisce e comunica le sue emozioni? Quali sono gli errori da evitare, nonché le false credenze che, frequentemente, chi non ha competenze in materia si arroga il diritto di diffondere? Lo abbiamo chiesto ad Attilio Miconi, Istruttore Cinofilo Formatore, che opera nell’area di Bologna. Egli si occupa da oltre trent’anni di cinofilia. Nel 2000 ha ottenuto la qualifica di Istruttore Nazionale della Scuola Cani Ricerca in Valanga del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) e, in seguito, la Vice Direzione Nazionale e il coordinamento per la formazione degli Istruttori di detta scuola. È responsabile fino al 2009 delle basi elisoccorso, settore cinofilia ricerca in valanga, per la Regione Piemonte. Dal 2008 collabora prima con CSEN-CONI e poi con FICSS con la qualifica di Istruttore Formatore. Ha partecipato come relatore a master e seminari nazionali e internazionali legati alla zooantropologia. Ha collaborato con le ASL di Torino e Asti per la realizzazione del “Patentino per proprietari di cani”. Da oltre un decennio si occupa di riabilitazione comportamentale del cane, in collaborazione con il DVMC. È stato docente a contratto presso l’Università degli Studi di Genova al corso di Professionalizzazione per Educatori e Istruttori Cinofili, di Teramo e di Napoli. Consulente fino al 2014 di SISCA (Società Italiana Scienze Comportamentali Applicate) in qualità di Istruttore Cinfofilo Riabilitatore. Co-fondatore della Scuola SIACr (Scuola Italiana Attività Cognitive Relazionali), membro del Comitato Scientifico. “Prima di congedarmi ho dato vita al primo Corso Istruttori Riabilitatori SISCA di cui sono stato Direttore”.
Attilio, in che modo si esplicita il linguaggio del cane?
“Il linguaggio del cane è molto complesso, forse più complesso di quanto noi possiamo immaginare. Nel cane è molto sviluppata la comunicazione olfattiva e feromonale. Quando si pensa all’olfatto del cane, spesso lo immaginiamo come un “sentire” gli odori in modo molto più efficiente, rispetto alla percezione che ne abbiamo noi umani, ma non è solo questo. Infatti, il canale olfattivo del cane è molto più sofisticato del nostro. I recettori olfattivi di un uomo sono circa 5 milioni, mentre il cane che ne ha meno - ad esempio il Carlino - raggiunge circa i 100 milioni. Ma non è il numero dei recettori olfattivi l’unica cosa sorprendente nell’olfatto del cane. Ciò che non tutti sanno o apprezzano è quella che viene definita intelligenza olfattiva selettiva: il cane non solo riesce a percepire gli odori in forma selettiva attraverso le sue narici, ma riesce addirittura a scansionare gli odori e selezionarli tra loro in modo differente tra le due narici. Insomma, non c’è deodorante che possa nascondere nessun odore al nostro cane. Potremmo definire il naso del cane a “colori”, tanto quanto sono le sue potenzialità percettive sensoriali. Inoltre, i cani posseggono un organo sotto il palato che permette loro di percepire delle molecole chiamate feromoni. I feromoni sono dei veri e propri segnalatori degli stati d’animo del soggetto che li emette. Esistono così feromoni dell’appagamento e quelli di allarme e vengono sia percepiti, sia emessi. E' interessante sapere che anche noi umani li emettiamo, ma non siamo più in grado di percepirli, se non nei primissimi giorni della nostra vita e solo in relazione alla presenza della nostra mamma. Con il progredire dell’età il nostro organo recettore si atrofizza, mentre rimane attiva la parte della trasmissione. Ma, non solo, studi comparativi tra i feromoni canini e quelli umani hanno evidenziato come siano molto simili, si parla di un’analogia di circa il 98%. Al cane basta un’annusata per capire di che umore siamo!
Recenti studi sulla comunicazione tra umano e cane hanno evidenziato come il cane ci osservi esattamente come noi osserviamo un nostro interlocutore umano, controlla e verifica le nostre espressioni facciali concentrando molto la sua attenzione sui nostri occhi e sul movimento dei nostri muscoli facciali. Si potrebbe dire che il cane è davvero un detective che ci scruta, ci osserva e ci comprende con uno sguardo, osservando ogni minima espressione del nostro volto.
Altra cosa che non tutti sanno è che il cane può essere definito bilingue. Adopera la sua comunicazione con gli altri cani, ma ne usa una diversa quando si rivolge a noi umani.
Le neuroscienze, in questi ultimi anni, stanno osservando attraverso la risonanza magnetica come il cane abbia capacità comunicative con l’umano molto superiori a quanto immaginavamo solo dieci anni fa. Il cane è in grado di comprendere il nostro linguaggio del corpo ma anche moltissime parole. Si fa una precisa idea astratta del significato della singola parola che gli diciamo, ad esempio se diciamo montagna, il cane immagina davvero che da lì a poco correrà tra i boschi. Le ultime ricerche hanno addirittura messo in evidenza come il cane sia in grado di percepire le nostre emozioni e i nostri stati d’animo e saperle interpretare dando loro significati molto simili ai nostri.
Sembrerebbe, che il cane abbia imparato molto più di noi, che noi rispetto a lui, in questi millenni di convivenza insieme. È verosimile che una buona parte del suo adattamento ai nostri comandi, in realtà sia un modo per farci felici adeguandosi al nostro linguaggio primitivo”.
Attraverso quali posture il cane esprime disagio, stress, pacificazione, desiderio di contatto-interazione, rifiuto?
“Tra le prime persone a occuparsi di segnali e posture emesse dal cane per comunicare i propri stati d’animo, è stata una collega Norvegese, Turid Rugaas. Tutti i cani manifestano, anche se con modalità diverse in base alla razza, i loro stati emotivi utilizzando dei segnali e delle posture. A me piace distinguere le posture del cane in segnali di sopportazione e segnali di evitamento. Però, prima di parlarne, vorrei che fosse chiaro, come un solo segnale emesso dal cane non indica necessariamente uno stato d’animo. Un pochino come accade a noi umani, se ad esempio analizziamo il nostro segnale sbadiglio, utilizzato quando abbiamo sonno, ci rendiamo conto che è molto diverso da quando sbadigliamo perché ci sentiamo sotto stress, magari in attesa di un esame importante, o prima di entrare dal dentista. Nel primo caso sbadigliamo per sonno, nel secondo per smorzare la tensione. Per il cane, grosso modo, avviene la stessa cosa quando parliamo di posture o comportamenti legati alla sua specie.
Tornando ai segnali di sopportazione, sono quelli che il cane mette in atto quando la situazione non è di suo gradimento; vorrebbe essere da un’altra parte ma non può farlo, oppure si sta annoiando a star fermo mentre noi conversiamo per troppo tempo con un amico, ignorandolo. Notiamo allora in queste occasioni un aumento degli sbadigli da parte del cane, tira spesso la lingua fuori bagnando il tartufo (la punta del naso) e l’operazione è seguita a volte da uno schiocco delle labbra. Un altro segnale spesso osservabile tra quelli di sopportazione, è il grattarsi e scrollarsi ripetutamente, voltare la testa e/o il corpo da un'altra parte rispetto a ciò che lo infastidisce. Questi segnali si osservano di frequente, quando umani estranei tentano ripetutamente di accarezzare il nostro cane, senza accorgersi o interrogarsi se il cane lo gradisce. Infine, altri segnali di sopportazione possono essere più produttivi ed evidenti. Sono ad esempio quelli che osserviamo quando un cane si interpone tra due contendenti per interrompere interazioni troppo accese. A volte mette in atto questo comportamento anche dividendo noi umani. È il comportamento che il più delle volte confondiamo con la “gelosia” del cane. In realtà il cane cerca di smorzare le nostre eventuali effusioni, giudicandole eccessive dal suo punto di vista. Immaginiamo cosa può pensare e quindi significare per un cane, poco abituato a vedere effusioni tra umani, un bacio dato sul collo con la bocca che si avvicina alla giugulare del nostro partner umano.[MORE]
I segnali di disinteresse e evitamento. Si possono ben osservare quando il cane prende spazio da noi facendo un’evidente curva e magari al nostro richiamo continua ad annusare per terra come fosse sordo. Questo suo comportamento spesso ci fa innervosire e quindi aumentiamo il tono della voce nel richiamo, ma così facendo otterremo come risposta al nostro nervosismo, il fatto che il cane continui a ignorarci senza interrompere l’esplorazione olfattiva. Il suo nobile tentativo è quello di calmarci prima di avvicinarsi a noi, ma da noi umani spesso il gesto non viene compreso. Anzi, può essere giudicato provocatorio. Altre volte possiamo osservare cani mettersi a terra quando altri cani giocando esagerano nell’interazione. È un modo di agire del cane per dire all’altro: «calmati, questo gioco è troppo eccitatorio, così rischiamo di farci del male!».
Si potrebbe scrivere intere pagine sui segnali comunicativi che il cane emette, e spero vivamente, attraverso quest’intervista, di aver comunque dato almeno un’idea di quanto sia ricco il bagaglio comunicativo del cane e quanto poco lo conosciamo noi esseri umani”.
Manipolazione. Il cane tollera essere toccato, abbracciato, baciato dagli esseri umani?
“Il contatto, l’abbraccio e anche il bacio sono effusioni affettive tipiche di noi umani e di buona parte dei primati. Il cane, grazie alla convivenza con l’umano, stimata in oltre 14.000 anni, molte di queste esternazioni le ha comprese e in parte ha imparato a sopportale. In alcuni casi, se sono di breve durata e rispettose di quanto abbiamo detto prima in relazione ai segnali di disagio, possono essere anche gradite. Naturalmente, come tutti gli esseri viventi, non tutti i cani hanno lo stesso carattere. Alcuni soggetti amano farsi fare le coccole, altri molto meno. Ci sono dei particolari importanti, che però accomunano ogni cane tra il gradire, il sopportare e il detestare il contatto. Questi particolari sono la frequenza, la durata e il modo di essere toccati. Pertanto, se parliamo di accarezzare il cane, deve valere la regola che sia lui ad avvicinarsi a noi e porgerci il fianco. La carezza deve sempre essere leggera, mai contropelo e di breve durata, al limite sarà il cane che ci chiederà di continuare con un colpettino di muso sulla nostra mano. Nel contatto, sono da evitare le carezze sulla testa tipo “pacche” sulla spalla, vale anche per il corpo e in particolare in prossimità degli arti posteriori. Gli abbracci sono quasi sempre sopportati e vissuti come una cattura. Alcuni soggetti si lasciano abbracciare, ma va detto che per loro più che la sensazione di ricevere una coccola, l’esperienza rappresenta una rassegnazione passiva; vale la stessa cosa per i baci”.
Quali sono i segnali di un attacco imminente?
“Tra segnali di una possibile aggressione troviamo la notissima orripilazione, più conosciuta come rizzare il pelo, le orecchie si protendono in alcuni casi in avanti, così come il busto e il tronco, il corpo si irrigidisce e gli occhi cambiano espressione, da una forma a mandorla diventano molto più rotondi e minacciosi; gli esperti la chiamano midriasi. Tuttavia, è bene sottolineare che le aggressioni possono avvenire per molteplici motivi. Possono esserci cani molto spaventati, che se costretti in un angolo senza via di fuga, possono reagire attraverso un attacco senza nessun preavviso. Altri cani possono avere una sequenza comportamentale compromessa da esperienze negative fatte in passato. Questi possono attaccare senza preavviso, addirittura possono passare dal gioco a veri e propri morsi, dati per irritazione. Una cosa che raccomando sempre è quella di non sottovalutare mai il ringhio di un cane. Nella sequenza di minaccia, il ringhio viene classificato come un atto di aggressione. Naturalmente, anche in questo caso ci sono ringhi e ringhi, quindi non parlo di quello emesso durante il gioco, che sta a significare il giocare alla lotta, ma parlo di ringhi come quello ad esempio emesso se passiamo in prossimità della sua ciotola e del suo luogo di riposo. Quello del ringhio è un comportamento da non sottovalutare mai, anche se il cane è un cucciolo; in questo caso la prevenzione risulta essere provvidenziale per non incorrere in futuro in guai seri”.
Can che abbaia non morde e cane che scodinzola è felice e propenso all'interazione. Banalizzazioni o tesi suffragate?
“Più che banalizzazioni o tesi superate, considero questi luoghi comuni piuttosto poveri di dettagli per avere un minimo di fondatezza etologica. Il cane può abbaiare per diverse ragioni, che possono spaziare dagli abbai di richiesta, a quelli di gioia, di eccitazione, fino ad arrivare agli abbai da irritazione e richiesta di allontanamento del soggetto al quale sono indirizzati. Certamente, un cane che sta abbaiando nel tentativo di allontanarci e noi lo ignoriamo avvicinandoci o sfidandolo, quasi sicuramente non avendo trovato soluzione con l’abbaio, potrebbe arrivare alle vie di fatto mordendoci. Se al contrario l’abbaio è festoso o giocoso, non è altro che un modo del cane di comunicare verbalmente la sua gioia o la sua voglia di continuare l’attività ludica. Per quanto riguarda lo scodinzolio, la coda può essere definita un vero e proprio termometro dell’umore del cane. Purtroppo, spesso, l’amputazione a fini estetici fa in modo che molti cani non possano comunicare in modo corretto con i loro simili e queste mutilazioni sono state causa di cani aggrediti o aggressivi. Tornando alla postura della coda, se tenuta parallela al corpo che scodinzola con ampi e lenti spostamenti, il cane ci sta dicendo che è rilassato e gradisce un’eventuale interazione con noi. Al contrario, una coda molto alta che oscilla con frequenze veloci e quasi a scatti è il modo in cui ci sta avvertendo di stare alla larga. Può significare che non gradisce affatto la nostra presenza nel suo ambiente di vita (territorio), oppure che non ha voglia di interazioni e quindi che qualcuno si avvicini ulteriormente”.
Cosa consiglia ai nostri lettori per comunicare correttamente con Fido e saper "ascoltare" cosa questi intende esprimere?
“Trovo utile ricordare ai lettori che il cane è un essere vivente capace di offrirci molto, ma dobbiamo imparare a saperlo ascoltare e a saper eventualmente chiedere in modo corretto. In Italia la situazione sta lentamente migliorando, purtroppo progetti come il patentino obbligatorio per proprietari fa fatica a partire come nel resto d’Europa. Tuttavia, esistono parecchi corsi, dove il proprietario e il cane possono migliorare la loro comunicazione e imparare ad ascoltarsi e comprendersi meglio. Purtroppo, va detto che in Italia non esiste un albo professionale che certifichi le reali competenze dei professionisti del settore che offrono questi corsi. E, proprio per questo motivo, mi sento di suggerire ai lettori, proprietari di cani, di rivolgersi a professionisti seri e preparati. Consiglio prima di iscriversi a qualunque corso di richiedere il curriculum che attesti la reale preparazione e le esperienze maturate del professionista. Inoltre, suggerisco di fare prima dell’iscrizione a qualunque corso, una visita dal professionista che lo propone. Verificare che tutte le attività rivolte al cane siano fatte nel rispetto del suo benessere e non vengano applicate punizioni. Insomma, il modo migliore per avere a disposizione un professionista serio è quello di valutare bene a chi si affida il cane”.
Rapporto cane-bambini. Quali sono gli errori da evitare?
“Potrei rispondere alla domanda con un’affermazione molto netta: il cane non viene preso per i bambini, il cane è un nuovo elemento della famiglia voluto dai genitori. Nessun bambino sotto i 7/10 anni dovrebbe essere lasciato da solo con un cane. I bambini piccoli non hanno ancora maturato la capacità di gestire le loro interazioni tra pari e neppure con il cane. Proprio questo per motivo potrebbero verificarsi gravi incidenti. Il cane potrebbe non tollerare manipolazioni dolorose, abbracci, o dita in punti estremamente fastidiosi, come orecchie e occhi. Detto questo, un cane e un bambino che crescono insieme matureranno esperienze irripetibili in termini di arricchimento psicologico per entrambi. Ma affinché ciò possa avvenire, è indispensabile la presenza costante dei genitori che sappiano disciplinare e arricchire la relazione tra cane e bambino. Un altro punto fondamentale per la serenità del cane e quindi la socievolezza, è quello di non permettere mai al bambino di fare del cane un suo giocattolo. Però, allo stesso tempo, consiglio di evitare di isolare il cane in parti della casa, chiudendolo in una stanza o in giardino per proteggere le interazioni con i piccoli umani di casa. Il cane che viene escluso o isolato alla presenza del bambino sarà molto infastidito dalla situazione e vedrà nel cucciolo umano la causa di esperienze negative. Pertanto, potrebbero instaurarsi rapporti di conflitto tra cane e bambino”.
Luigi Cacciatori