Societa'

La cantastorie Francesca Prestia racconta la prima guerra mondiale

LAMEZIA TERME (CZ), 23 APRILE 2015 - Presentato in conferenza stampa lo spettacolo storico-musicale “È un cannone. Non è un temporale” nel quale l’unica cantastorie della Calabria Francesca Prestia canta il conflitto della prima guerra mondiale, in occasione del centenario del suo inizio, attraverso storie realmente accadute e portate alla luce da una ricerca storica e dalle testimonianze di alcune figure femminili. [MORE]

Lo spettacolo, organizzato dall’associazione catanzarese Assoformac e inserito nella quarta rassegna teatrale in vernacolo fuori abbonamento, andrà in scena venerdì 24 aprile al teatro comunale Grandinetti con inizio alle ore 20.45. Il canto e la musica, le parole e i racconti, corredati da immagini e video e da armi belliche, sono gli strumenti attraverso i quali la cantastorie Francesca Prestia narra la storia della grande guerra di cui dichiara di «non aver capito nulla fino a poco tempo fa perché fatta da soli uomini mentre le guerre sono fatte anche dalla povera gente. E anche perché ignorata dai testi ufficiali e scolastici».

E lo fa con voce di donna attraverso pagine di diari di donne, canti di donne, mogli, madri, fidanzate, crocerossine, operaie, contadine, tranviere, madrine di guerra, coadiuvata nel percorso di ricerca da Mario Saccà che è riuscito a scoprire a riguardo un prezioso materiale utile per il ritrovamento dei corpi di soldati della Brigata Catanzaro fucilati e gettati in fosse comuni e cercati a lungo dai parenti. I soldati si erano rivoltati all’ordine del generale Cadorna di ritornare a combattere essendo esausti per aver combattuto anche a Gorizia e per essere stati sfruttati.

«Tra le donne calabresi - ha riferito la cantastorie – c’è la voce di Concetta Tropiano, madre dei giovani caduti di Jonadi, Nicola e Fortunato, i cui parenti forse saliranno sul palco nella serata dello spettacolo. Ancora – ha proseguito - c’è la voce di Marianna Scalamandré, madre del valoroso soldato Nazareno Cremona al quale Ungaretti dedicò la poesia “Il Capitano” e della bambina che , ritornata a casa dopo la guerra, trova tutto distrutto, perciò deve rimboccarsi le maniche per aiutare a ricostruire l’Italia».

«Tutti questi caduti - ha sottolineato l’assessore Rosario Piccioni - rappresentano quelli caduti in tutte le guerre che hanno dato la vita per la nostra libertà che abbiamo il dovere di tutelare specie se si considera che ancora oggi vengono violati i diritti umani». Il sindaco Gianni Speranza , dopo aver riconosciuto l’importante ruolo culturale che “I Vacantusi” hanno rivestito nella città , ha ricordato il lavoro complesso e utile svolto dall’amministrazione nei confronti della città in occasione della proiezione del film di Carlo Carlei “ Romeo & Juliet” che ha registrato la presenza di oltre 3500 persone incluso gli studenti delle scuole lametine. Presente all’incontro Nico Morelli, direttore artistico di “ Vacantiandu” e Nadia Aiello, dirigente Risorse Umane del Comune di Lamezia Terme.
Lina Latelli Nucifero