Politica

La Camera dice sì alla riforma Boschi: addio al Bicameralismo perfetto

ROMA, 13 APRILE 2016 - L'ultimo sì del Parlamento al Ddl Boschi sulla riforma costituzionale relativo al superamento del bicameralismo perfetto e alla revisione del Titolo V, è arrivato nella giornata di ieri. La Camera, con 367 voti favorevoli e 7 contrari ha approvato il provvedimento. Assenti le opposizioni a segno di protesta: l'Aula è stata abbandonata subito dopo le dichiarazioni di voto e il primo gruppo a lasciare pare sia stato la Lega. 

Il disegno di legge ora passa alla volontà popolare, infatti, non avendo ottenuto l'approvazione della maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, sarà sottoposto a Referendum. Il mese nel quale è previsto il voto popolare è ottobre 2016. 

Le novità sostanziali della riforma riguarderanno la fine del bicameralismo perfetto, la riforma di 49 articoli della Costituzione, la riduzione dei senatori a 95, l'approvazione della gran parte di alcune leggi sarà materia esclusiva della Camera dei Deputati anche se il Parlamento resterà diviso in Camera e Senato pur avendo funzioni e composizioni diverse. Al Senato verrà attribuita la formulazione di proposte di modifica esaminate dalla Camera e potrà richiedere di esaminare proposte di legge, ma la richiesta dei progetti potrà essere chiesta soltanto con la maggioranza assoluta dei suoi componenti.

La modifica al Titolo V della Costituzione produrrà  una nuova ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni e la cancellazione della competenza concorrente. Inoltre, è stato fissato in 70 giorni il termine entro il quale la Camera dovrà pronunciarsi su un disegno di legge aventi caratteristiche di essenzialità per il programma, inserito all'ordine del giorno della Camera con priorità su richiesta del Governo. Per quanto riguarda l'elezione del Presidente della Repubblica, invece, avverrà sempre mediante seduta comune del Parlamento, ma non sarà più prevista la partecipazione all'elezione dei delegati regionali. [MORE]

"Ora l'Italia è il Paese più stabile d'Europa. Si è dimostrato che la democrazia vince e trionfa. È un passaggio importante per la politica che dimostra di essere seria. Meno politici meno soldi alle Regioni, più chiarezza nel rapporto tra Stato centrale e il territorio. Si tratta di un gigantesco passo in avanti per la credibilità delle istituzioni. È una questione di serietà", ha esultato il Premier Matteo Renzi al termine della votazione. 

Luigi Cacciatori

Immagine da ravennaedintorni.it