La battaglia per rovesciare il regime non si ferma. Allerta dell'Interpool per Gheddafi
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RAS LANUF (LIBIA) 5 MARZO 2011 – In un comunicato stampa di qualche minto fa l’emittente araba Al Jazeera, dopo aver ascoltato alcuni testimoni, afferma che purtroppo ad al-Zawiya sono ancora in corso violenti e sanguinosi combattimenti e che le forze armate dei fedelissimi del rais, hanno sfondato con carri armati le linee dei ribelli. Non accennano dunque a fermarsi le ondate di violenza e terrore che stanno invadendo le strade della capitale, tanto che Venerdì la tv ufficiale libica, dopo un intervento di Gheddafi, aveva annunciato che le forze governative avevano ripreso il controllo della città con la polizia che ha usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, scesi in piazza dopo la preghiera del venerdì.[MORE]
Un testimone, residente ad al-Zawiya, contattato al telefono da Al Jazeera, racconta concisamente, in preda al panico, che “ci sono pesanti bombardamenti sulla città con carri armati, armi pesanti e mortai mentre i ribelli stanno cercando di resistere con mezzi di fortuna. Le forze fedeli al regime non hanno pietà e sono estremamente brutali. Cioè un gran numero di feriti e un sacco di gente ammazzata nelle strade. Non c'è pietà nei confronti dei civili”. A confermare l’accaduto, un blogger, che parla di almeno sei carri armati che trasportavano i cosiddetti “mercenari” di Gheddafi, dati alle fiamme alle prime luci dell’alba.
E mentre l'opposizione libica, dopo circa tre settimane di sommosse, è impegnata contro le forze di Muammar Gheddafi anche su altri fronti, i rivoltosi continuano ad avanzare lungo la costa, con l'intento di “andare avanti poco a poco nella loro direzione per spingerli ad arretrare” annunciando, tra l’altro, con immediata smentita da parte di Tripoli, di aver preso il controllo di Ras Lanuf, porto petrolifero di importanza strategica a sud- ovest di Bengasi, dopo violenti scontri con le forze di Gheddafi. Una fonte ospedaliera ha riferito di numerosi morti e feriti.
Dopo la diffusione da parte dell'Interpool circa un'allerta internazionale riguardante Muammar Gheddafi e altre quindici personalità libiche per facilitare l'applicazione delle sanzioni dell'Onu e l'inchiesta aperta dalla Corte penale internazionale, il rais chiede alle Nazioni Unite di sospendere immediatamente le sanzioni imposte contro la Libia, rammaricandosi “sinceramente” del fatto che si continui a credere che il Governo si sia sollevato contro i manifestanti pacifici e disarmati. In una lettera firmata del ministro degli Esteri della Libia, e indirizzata all'ambasciatore cinese Li Baodong, si dice che Gheddafi sia altresì dispiaciuto per la decisione unanime del Consiglio di imporre l'embargo delle armi contro il Paese, il congelamento dei beni e il divieto di viaggiare per Gheddafi e la sua famiglia. Giustifica infine le sue azioni, sostenendo di aver usato la forza “solo verso i trasgressori che hanno incluso elementi estremisti intraprendendo atti di distruzione e terrorismo”.