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La banda ci presenta Wonders From the Grave: intervista agli (AllMyFrienzAre)DEAD
SOVERATO (CZ), 12 OTTOBRE - Abbiamo avuto il piacere di intervistare gli (AllMyFrienzAre)DEAD in occasione dell'uscita del loro terzo album Wonders From the Grave, pubblicato pochi giorni fa e coprodotto con Overdrive Records ed il supporto di LamorfaLab Studio Creativo.
Buona lettura!
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Partiamo dalle origini, come ha fatto a nascere una band del genere nella terra delle tarantelle?
Forse nasce da quelle radici che, come abbiamo sempre sostenuto, è bene non dimenticare mai ma è giusto che si facciano pianta, che si facciano albero robusto e magari anche frutto proibito. Se ci si cura unicamente delle radici forse loro staranno anche bene, ma ci sembra ovvio che non crescerà un cazzo.
In quasi 10 anni di attività qual è stata la soddisfazione più grande che avete ricevuto?
La consapevolezza che qualunque cosa si stia facendo in questo momento abbiamo in testa i riff per arrangiare nuovi brani, per preparare ancora un album, per cercare nuovi palchi, per andare avanti qualunque cosa dovesse accadere.
In questo periodo quanto è cambiata la scena musicale (locale e non) e come ha influito sulla "vita" degli (AllMyFrienzAre)DEAD?
La scena cambia (si evolve?) di continuo e forse è anche giusto che sia così. Vero è che come per ogni ambito della vita di ognuno di noi, anche nella musica è importante avere degli eroi, dei punti di riferimento fossero anche quelli sbagliati perchè comunque sarebbero capaci di farti evitare di ripetere gli stessi errori. Il lato peggiore in assoluto di questo cambiamento è una feroce rincorsa alla competizione: dal talent show alla gara del bar sotto casa si è innescato un meccanismo che invece di portare le band a confrontarsi in modo positivo le mette l'una contro l'altra. Migliori e peggiori. L'accordo giusto, il minore sbagliato, non è stato proprio precisissimo: sono nati i maniaci musicali. Per carità, è come minimo auspicabile la preparazione tecnica di una band... ma il cuore, la voglia, l'attitudine? Come si pensa di poter competere nell'espressione musicale ed artistica in genere? Abbiamo la triste sensazione che se non sei vestito come si "deve" c'è il rischio che non ti si riesca a "vendere" bene.
Parliamo del disco, Wonders From the Grave cosa eredita dai precedenti dischi della banda?
Wonders from the Grave è il terzo album in 9 anni. Siamo coscenti che dare continuità al lavoro sia la cosa più importante per una band che lavora secondo la propria idea di proposta musicale. In 9 anni siamo cresciuti come persone e come musicisti: l'eredità di Hellcome credo si possa sentire dall'approccio sempre sfrontato, molto fisico e diretto; quella di Black Blood Boom nella voglia di provare crescere compositivamente tra le maglie alcoliche del rock'n'roll.
Giochi di parole, riferimenti, allusioni sono ingredienti ormai fondamentali insieme al vostro sound, cos'è che ispira entrambi questi aspetti?
La vita quotidiana è la migliore fonte di ispirazione possibile. Vivere in un mondo in cui tutto sembra forzatamente distorto crediamo ci autorizzi a poter scegliere il distorsore che più si attiene ai concetti con i quali vogliamo giocare.
I brani sono accompagnati da una breve guida all'ascolto, ma ci volete raccontare qualche particolare dettaglio o retroscena su qualcuno di essi?
Abbiamo pensato alla guida all'ascolto proprio per evitare questo genere di domande!
Too old for the City, too young for the Hell potrebbe essere un vostro modo di interpretare il Too old to Rock'n'Roll Too young to Die dei Jethro Tull?
No, non abbiamo pensato ai Jethro Tull mentre scrivevamo il nostro brano e nemmeno mentre sceglievamo il titolo ma la tua chiave di lettura è interessante, la prendiamo in prestito per considerarla l'involontario step successivo.
Siete stati catturati dall'ascolto di qualche disco uscito quest'anno in territorio italiano?
Per prime ci vengono in mente due band che sono uscite con il loro primo album: La Fine e Dissidio, due bombe che ci fanno pensare che la Calabria abbia molto da dare e da dire. Siamo stati rapiti da Ecate degli Ufomammut, abbiamo apprezzato Motomonotono degli Zeus!, Alien Peyote dei Jesus Franco and the Drogas ed il primo EP dei SudDisorder.
Volete salutare i lettori di GrooveOn suggerendogli l'ascolto di tre dischi – ma anche più?
Facciamo almeno 5 escludendo quelli imprescindibili ma più conosciuti e che quindi dovreste già sapere a memoria altrimenti non sareste qui a leggere questa intervista: Atomic Bitchwax I, Sleep Is The Enemy di Danko Jones, Here are the Sonics, Tyrannosaurus Hives, Nerorgasmo.
Federico Laratta
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