Cronaca

La Asl di Lecce dimezza le liste di attesa

LECCE, 21 AGOSTO 2014 - Al termine della fase sperimentale del programma attuato dalla Regione Puglia per la risoluzione dell’annoso problema dell’abbattimento delle liste d’attesa, la Asl di Lecce registra un significativo risultato, riducendo di circa la metà l’arco temporale intercorrente tra la prenotazione e l’erogazione di una prestazione sanitaria.

L’applicazione del piano, che prevedeva l’estensione dell’apertura dei servizi sanitari e l’erogazione di prestazioni aggiuntive, ha inoltre consentito un’economia di bilancio sui fondi assegnati dalla Regione (sui 2,1 milioni di euro disponibili ne sono stati utilizzati 1,2) che potranno essere impiegati per altre esigenze. [MORE]

I dati diffusi dall’azienda sanitaria salentina registrano un’erogazione di 188.741 prestazioni effettuate durante il normale orario di servizio, mentre sono state 14.945 quelle aggiuntive. Inoltre, si contano anche 5.794 prestazioni relative ad esami diagnostici o visite a pagamento, eseguite come lavoro straordinario dai medici dipendenti dell’Asl.

Questa intensa attività ha consentito di abbattere dell’80% le liste di attesa per una risonanza magnetica e del 70% quelle relative alla Tac, settori dove si registravano le maggiori criticità. Del 58% è stata la riduzione dei tempi di attesa per i diversi tipi di Tac, del 77% per l’ecodoppler e del 60% per i vasi sovra-aortici. Risultati questi che hanno fatto attestare il livello medio di abbattimento delle tempistiche attorno al 50% riportando un bilancio più che positivo.

«Il risultato è lusinghiero, nel suo complesso. Il lavoro fatto con le prestazioni aggiuntive – dichiara il direttore sanitario della Asl, Ottavio Narraccici ha permesso di analizzare le problematiche in modo più capillare. A Lecce il 35% delle persone che avevano prenotato ha rifiutato di anticipare questo vuol dire che dobbiamo qualificare la domanda. Bisogna predisporre elenchi separati per le visite di controllo. Oggi confluiscono in un’unica banca dati e gonfiano il dato sui tempi d’attesa».

Ora la questione è sul tavolo dell’assessore regionale alla Sanità e al Welfare, Donato Pentassuglia, che dovrà decidere se procedere su questa strada. Di certo occorrerà anche intervenire sulle risorse umane in quanto, a causa dei noti tagli operati dal piano di rientro sanitario, il settore della radiodiagnostica è carente di personale specializzato, soprattutto anestesisti e tecnici di radiologia. Per far fronte a questa necessità, la Asl punta a rivedere gli organici interni in attesa di nuovi arrivi previsti dalla mobilità interregionale.

(foto: http://www.ilpaesenuovo.it)

Massimo Alligri