Cronaca

"L'uomo costruisce se stesso?"

Prezioso incontro culturale del Centro Studi Verbum di Catanzaro nella Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza di Roma

 

Roma -  Nei giorni scorsi, il Centro Studi Verbum, fondato a Catanzaro da un gruppo di teologi che vivono la spiritualità del Movimento Apostolico, in collaborazione con la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, nell’aula Calasso della Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza di Roma, ha promosso un incontro sul tema: “L’uomo costruisce se stesso?”.[MORE]
Un’occasione di incontro e di confronto con le strutture accademiche su temi antropologici di respiro universale, per un rinnovato dialogo tra scienza e fede, tra filosofia e teologia, in vista di una comprensione sempre più piena del “mistero” dell’uomo.
La manifestazione culturale, magistralmente moderata dal dott. Liano Capicotto, il quale tra l’altro, assieme al dott. Amoruso, si è prodigato per l’organizzazione dell’evento, è stata voluta in occasione della presentazione del libro di Don Gesualdo De Luca “Egli ci ha fatto e noi siamo suoi. Antropologia cristiana, tra grazia e responsabilità”(Rubbettino Editore). L’autore in questo testo pone una domanda di fondo: “di chi è l’uomo?” Di se stesso o di un altro? Questa domanda si specifica ulteriormente: l’uomo riconosce che c’è un Dio sopra di lui che ne governa la vita? Quale ruolo ha la volontà di Dio sull’uomo? Deve rispondere a qualcuno delle sue azioni, o solamente a se stesso ed in che misura? L’uomo infatti oggi nega che ci sia una signoria da parte di Dio. Sembra che in ogni campo della scienza, dell’arte, della tecnica, di ogni ambito dove pone mano la sua mente e la sua opera è come se Dio non esistesse. Senza di Lui: è questa la prassi dell’esistenza. In tal senso il testo contribuisce a quell’opera assai cara a Benedetto XVI il quale chiede all’uomo che vengano allargati gli orizzonti della razionalità. Infatti, sollecitando l’antropologia a porsi questa domanda particolare, l’Autore mira ad allargare le “ragioni dell’antropologia” fino a comprendere un dialogo costruttivo con la Rivelazione la quale sempre sollecita l’uomo a riflettere su questa sua costitutiva appartenenza. Tale appartenenza lungi dal limitare la realizzazione della persona la inserisce nell’unico circuito vitale capace di svilupparne al massimo le potenzialità.
E’ toccato all’ On. Domenico Naccari, consigliere comunale di Roma, portare il saluto dell’amministrazione comunale per l’iniziativa dall’alto valore culturale. Poi Mons. Vincenzo Leuzzi, direttore Ufficio Pastorale universitaria del Vicariato di Roma, ha presentato il testo di Don Gesualdo, evidenziando la dimensione cristologica dell’Uomo nuovo, che siamo chiamati a costruire in Cristo, nella sua sequela.
Don Gesualdo De Luca, autore del libro, ha mostrato come l’uomo, giorno per giorno è fatto da Dio. Dio fa l’uomo, oggi, tramite la sua azione concreta. Egli non ha mai cessato di farlo, di costruirlo: lo crea, lo libera, lo redime, lo santifica. La storia è il teatro dell’azione di Dio. Egli si serve sempre dei suoi mediatori, dei suoi inviati, dei suoi apostoli, dei suoi profeti, che ancora oggi leggono la storia alla luce del vangelo e ci invitano ad entrare nella sua verità. La mediazione tuttavia non è mai neutra: è l’uomo che diventa costruttore dell’uomo o un suo distruttore! D’altronde la scuola, l’università non è fatta per costruire l’uomo? La scienza non è al servizio dell’uomo? La domanda da farsi allora è: quando noi siamo costruttori dell’uomo o quando ne siamo distruttori? Il testo che oggi viene presentato – ha detto l’autore – “è un invito a fare un esame di coscienza: oggi, stiamo costruendo o distruggendo l’uomo? Se operiamo alla luce della sapienza dello Spirito Santo che dona verità ed unità ai vari “saperi”, realizzeremo un bel progetto di uomo, altrimenti lo distruggeremo, lo faremo male.”
A concludere, infine, il prof. Mario Caravale, preside della Facoltà di Giurisprudenza - Sapienza Università di Roma, che ha messo in evidenza come il vangelo, proposto ed annunciato nella più grande libertà e trasparenza dei soggetti ecclesiali, abbia in sé la capacità di indicare all’uomo la via della sua autentica realizzazione.