L'ultimo saluto all'arcivescovo Antonio Ciliberti, ieri nella Cattedrale di Catanzaro [Video e Foto]
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CATANZARO, 04 APRILE - Ieri sera, nella Cattedrale di Catanzaro, la comunità diocesana ha dato l’ultimo saluto a Mons. Antonio Ciliberti, Arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace. La salma, giunta da Roma, ha varcato alle 16.20 la porta della Cattedrale, dove ad accoglierla c’erano l’arcivescovo metropolita Mons. Vincenzo Bertolone, sacerdoti, diaconi, autorità e fedeli laici giunti anche dalle diocesi di Rossano-Cariati, Locri-Gerace e Matera-Irsina, dove l’Arcivescovo Ciliberti è stato pastore.[MORE]
Mons. Ciliberti, nato a San Lorenzo del Vallo, nella diocesi di Rossano - Cariati, il 31 gennaio 1935, era stato ordinato presbitero il 12 luglio del 1959. Eletto vescovo il 7 dicembre del 1988, dopo aver servito le diocesi di Locri - Gerace e Matera - Irsina, il 31 gennaio 2003, veniva chiamato a guidare l’arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace sino al 3 giugno del 2011.
La concelebrazione, presieduta dall’Arcivescovo Bertolone, presidente dell’episcopato calabro, ha visto la presenza anche dagli eccellentissimi Vescovi: Cantisani, Lucibello (Nunzio apostolico), Marcianò (ordinario militare), Battaglia, Bonanno, Renzo, Oliverio, Rimedio, Savino, Ligorio, Superbo, Morosini, Mondello, Milito, Caiazzo, Nolè, Cantafora e Nunnari.
Numerose le autorità civili e militari giunte da più parti della regione accolte anche dal sindaco della città Sergio Abramo e dal presidente della provincia Enzo Bruno.
Nell’omelia, l’Arcivescovo Bertolone, esprimendo vicinanza paterna ai familiari, ha tratteggiato la persona di mons. Ciliberti nella sua semplicità, umanità e nella sua fede al Signore. «Siamo qui - queste le parole del Presule - per una celebrazione di vita, per l’ultimo saluto, per pregare per la sua anima benedetta. Ma siamo qui anche per riflettere sul mistero della morte. L’inattesa notizia di questo decesso è attraversata da diversi sentimenti: il dolore, il turbamento, la riconoscenza e la gratitudine per quanto egli ha fatto per la Chiesa calabro-lucana. Ed ora, per sua espressa volontà, riposerà nella cripta di questa chiesa, accanto a mons. Fiorentini ed a mons. Fares. Infatti, il 29 maggio 2011, rivolgendosi al nuovo arcivescovo che prendeva possesso della Arcidiocesi, gli aveva detto: “Grazie e arrivederci, nella speranza che, dopo il pellegrinaggio terreno, anche il mio corpo riposerà in pace tra voi”».
«Le persone ordinate e consacrate - ha evidenziato Mons. Bertolone - sono nella Chiesa, segni visibili ed efficaci di Gesù pastore attraverso i quali il Signore vivente continua a essere presente e a guidare la sua Chiesa: ed è ciò che mons. Ciliberti si è sforzato di fare con il suo magistero, i diversi interventi, i messaggi alla città e le lettere pastorali. Si è dunque adempiuta anche per lui la parola di Gesù: “Io sono il buon pastore”. La similitudine del pastore buono, è quella che più gradiva e certamente quella che più gli si addiceva e lo dimostrano le sue visite pastorali alle parrocchie ed alle realtà ecclesiali del territorio mediante le quali egli come buon pastore appunto, ha conosciuto e incontrato i fedeli, donando loro gioia e seminando speranza nel cuore di tanti sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e laici che ne conservano ancora oggi un ricordo vivo».
Affidando l’anima di Mons. Ciliberti nelle mani Padre celeste, certi che l’uomo è stato creato per l’immortalità e per la resurrezione, l’Arcivescovo Bertolone ha così concluso la sua omelia: «E tu, carissimo vescovo Antonio, ricordati di noi, ricordati di questa Chiesa di Catanzaro-Squillace, che hai tanto amato e hai onorato con il tuo ministero. Intercedi per la tua e nostra diocesi, affinché il Signore la benedica con la grazia di numerose e sante vocazioni alla vita consacrata e al ministero ordinato».
Commuovente anche il telegramma di cordoglio inviato dal Santo Padre, Papa Francesco, attraverso il segretario di Stato Vaticano Cardinale Pietro Parolin, letto dal Vicario generale Mons. Gregorio Montillo.
In tanti in chiesa non ha saputo trattenere le lacrime, rivivendo ricordi che non potranno mai essere cancellati, poiché vissuti con amore e verità alla luce della Parola di Dio.
A tutti mons. Ciliberti si è rivolto veramente come un pastore profetico e di comunione, un pastore delle scelte coraggiose che non ha avuto paura, anche dinanzi a difficoltà, di annunciare il Vangelo ad ogni costo, lavorando in sinergia con gli organismi di partecipazione ecclesiale e le istituzioni.
Attraverso il motto episcopale “Ad Jesum per Mariam” Mons. Ciliberti a tutti ha trasmesso anche l’amore alla Vergine Maria, ricordando che come Gesù, il Salvatore, è venuto in mezzo a noi per mezzo della Vergine Maria, così anche noi andremo a Cristo, nostra salvezza per mezzo di Maria.