L'ultimatum degli Usa alla Russia: ''Fermate i raid o fine dei rapporti''
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ALEPPO, 29 SETTEMBRE - Mentre procede senza tregua la guerra che affligge la Siria da 5 anni, il capo della diplomazia statunitense John Kerry inasprisce i toni e pone la Russia davanti ad un aut-aut: in una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov avrebbe dichiarato che Washington è pronta a terminare ogni interazione sulla Siria a meno che Mosca non faccia un passo indietro e ristabilisca la tregua stabilita il 9 settembre scorso, che si sarebbe dovuta applicare dal 12 al 18 settembre.[MORE]
Già lo scorso 21 settembre Kerry, a seguito di un summit privato con i partners del G7 -fra cui Gentiloni- a margine dell’Assemblea delle Nazioni Unite tenutosi a New York, aveva invano proposto una no fly zone sostenendo che ‘’finché tutti gli aerei non resteranno a terra, sarà impossibile arrivare a una vera tregua sul campo e dare via libera all’assistenza umanitaria’’.
Intanto il Presidente delle Nazioni Unite Ban ki Moon accusa apertamente chi sta commettendo ‘’crimini di guerra’’ e utilizzando armi sempre più distruttive non risparmia civili, ospedali e bambini: "La legge internazionale è chiara: medici, infermieri, infrastrutture e trasporti di questo genere vanno risparmiati, cosi' come i feriti, siano civili o militari", ha sottolineato, ‘’Il 95% del personale medico presente ad Aleppo prima del conflitto è fuggito, è stato arrestato o ucciso. Si deve agire, si devono accertare le responsabilità".
"Immaginate quale distruzione viene compiuta: perone con gli arti troncati, bambini feriti senza soccorso. Pensate a un mattatoio, a un macello: cio' che abbiamo davanti adesso è peggio" ha sostenuto Ban Ki Moon davanti al Consiglio di Sicurezza, il quale senza successi aveva adottato, lo scorso maggio, una risoluzione per la protezione di strutture mediche e operatori sanitari.
Maria Azzarello