Cronaca

L' Ucsi di Basilicata da Papa Francesco

POTENZA, 30 APRILE 2014– E’ stata davvero una giornata indimenticabile per 35 giornalisti dell’Ucsi, Unione Cattolica Stampa Italiana, di Basilicata che mercoledì 23 Aprile hanno partecipato all’udienza generale di Papa Francesco in Piazza San Pietro.

Dovrebbe essere facile, per un giornalista, scrivere la cronaca di un evento. Ma quando dall’evento scaturiscono così tante emozioni sopraggiunge il timore di fare una ingenerosa sommatoria dimenticando l’essenziale. [MORE]

Tra la folla di fedeli, tra milioni di persone c’eravamo anche noi. Tra migliaia di occhi lucidi, tra cori armoniosi e allegri, tra l’impazienza e la gioia immensa di vedere, sentire e fotografare, Papa Jorge Bergoglio, proprio nel giorno del suo onomastico.

Soprattutto c’eravamo a condividere il sagrato con lui. Una postazione privilegiata grazie all’accoglienza ed alla benevolenza dell’Arcivescovo Ennio Appignanesi, (per un decennio vescovo prima nella diocesi di Matera-Irsina e successivamente in quella di Potenza-Muro Lucano, Marsico Nuovo) che ha amplificato la magia della giornata.

Osservare la piazza gremita, straripante di cappellini colorati, “abbracciati” dal colonnato del Bernini. E poi perdere lo sguardo fino giù in fondo via della Conciliazione, come si direbbe volgarmente, non ha prezzo. Ma andiamo per ordine. E’ mattina presto. Piove, di una pioggerellina leggera e incessante che ha rubato il posto alla primavera. Ma poco importa. Tra ombrelli e impermeabili si continua a urlare, ad invocare il Papa, che nel frattempo sta incontrando malati e disabili nella sala Nervi. Si continua incessantemente. Quasi a volerlo rassicurare.

Noi siamo qui Santità. Nonostante l’acqua, la stanchezza, il lungo viaggio di una intera notte in pullman. Ma c’è chi è venuto da ancora più lontano: Argentina, Brasile, Ucraina, Corea, Francia. Il mondo è là. Raccolto in preghiera nella settimana della gioia che succede alla Pasqua. I cori, gli applausi si fanno più scroscianti. Sua Santità sta arrivando a bordo della papamobile. La sua figura candida, solare, carismatica riempie la Piazza. Saluta la folla con il pollice alzato. I giovani gli lanciano i loro variopinti cappellini in segno di affetto e lui, togliendo la papalina ne indossa uno. Poi sale sul sagrato e la folla si ricompone in un silenzioso raccoglimento.

Ma non finisce di stupire. Dal vangelo del giorno estrapola la frase “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Una frase che diventa interattiva con i fedeli esortati a ripeterla 3 volte ad alta voce. E poi continua: Vi ho fatto ripetere questa frase perché queste parole ci aiutino ad uscire dalla tristezza della morte ed aprono il cuore alla speranza. Ecco Lui è risorto per stare sempre accanto a noi e correggere le nostre rotte sbagliate”. Poi, subito dopo i saluti in tutte le lingue del mondo, un pensiero ed una preghiera per gli operai della Lucchini di Piombino che a poche ore dallo spegnimento dell’altoforno gli hanno inviato un videomessaggio. Rivolgendosi ai responsabili dell’azienda, non usa mezzi termini: “compite ogni sforzo di generosità e creatività per non spegnere la speranza di tante famiglie. Per favore aprite gli occhi e non rimanete con le braccia incrociate”.

Parte lunghissimo l’applauso, a manifestare solidarietà. Iniziano i saluti alle rappresentanze diplomatiche, a delle coppie di sposi, ai giovani che armati di chitarre gli dedicano canti, ai bambini, tra cui tanti neonati. Un bimbo davanti a noi di 4/5 anni gli urla: Papa mi chiamo come te!

E lui continua instancabile i saluti e i fuori programma tra la disperazione e la rassegnazione degli agenti della security. Gesti semplici ma amorevoli mentre inizia pian piano il deflusso dei pellegrini dalla piazza.

Come Gesù, anche Papa Francesco indica la rotta e non solo ai fedeli in piazza ma tramite le TV internazionali, a quelli di tutto il mondo.

Anna Giammetta