Politica

L'onorevole Ferrandelli si dimette dall'Ars: "Devo dare l'esempio. Politici non sono tutti uguali"

 PALERMO, 20 LUGLIO 2015 – Il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, ha firmato ieri le sue dimissioni dall’Ars, come annunciava già da giorni. Oggi, alle 12 incontrerà la stampa per illustrare il percorso dei “Coraggiosi siciliani per cambiare il Pd e per affermare in Sicilia una nuova stagione”.

Ferrandelli ha rappresentato tra la maggioranza il più inflessibile degli oppositori interni, da tempo sostiene sia ormai necessario ed inevitabile “staccare la spina” al governatore Crocetta, ancora di più dopo il caos degli ultimi giorni sul caso Tutino e le dimissioni dell’assessore Borsellino.

“Devo dare l'esempio. I siciliani devono sapere che i politici non sono tutti uguali - afferma Ferrandelli - che la dignità vale più dei compromessi al ribasso e di una poltrona con stipendio all'Ars. E che, soprattutto, mantengono la parola data. Avevo dato l'ultimatum a Crocetta e al Pd? Non mi hanno ascoltato. Anzi, Raciti ha sentenziato che la legislatura deve continuare e Crocetta, invece di dimettersi, si autosospende, utilizzando un istituto fantasma. Io sono coerente: voglio dimettermi”.[MORE]

Sulle Dimissioni Ferrandelli, è intervenuto l’esecutivo del Comitato di Coordinamento LabDem Sicilia: "Le dimissioni dall’ARS dell’on. Fabrizio Ferrandelli rappresentano l’unico sussulto di coraggio e di dignità che viene da un Palazzo fortemente screditato agli occhi del popolo siciliano. Queste dimissioni assumono il valore di una risposta doverosa a fronte di quanto ha detto Manfredi Borsellino in ordine alle gravi anomalie verificatesi nella attività amministrativa regionale, nel contesto di uno scenario della vita pubblica fatto di condizionamenti e faide che rendono assolutamente opaca l’azione dei pubblici poteri. Bisogna prendere atto del fatto che sta crollando una Sicilia dell’impostura che in buona misura coincide con un centro di potere come l’assessorato alla Sanità definito, alla presenza del Presidente della Repubblica, “centro di interessi e malaffare”. A fronte di tutto ciò sarebbe auspicabile che i partiti abbiano anch’essi un sussulto di dignità e non si occupino soltanto di ciò che nell’immediato può giovare loro, ma affrontino la drammatica situazione che si è venuta a creare non nascondendosi dietro alchimie e mancate decisioni che preluderebbero a una ennesima fuga dalle responsabilità. Non si tratta più di affrontare solo una questione di ingovernabilità, ma una seria crisi istituzionale che rischia di travolgere lo stesso sistema dell’autonomia regionale".

(foto dal sito www.teleoccidente.it)

Michela Franzone