Editoriale
La Costa Concordia vittima di una repubblica fondata...sull' "inchino"
Isola del Giglio, 22 Gennaio 2012 Qualche mese fa, il critico televisivo Aldo Grasso ha coniato un neologismo, lo "schienadrittismo", riferendosi alla capacità di mantenere "la schiena dritta" dinanzi ai potenti. A giudicare dalle apparenze, tale capacità sembrerebbe nel nostro Paese messa a dura prova da una spiccata propensione per la genuflessione, all’inchino spesso non solo metaforico con cui omaggiare il “potente” o presunto tale di turno.[MORE]
Grasso ha creato il singolare termine avendo in mente alcuni giornalisti incapaci di un’informazione che non sia prona dinanzi al “Potere”, ma esso potrebbe essere riferito agevolmente a parecchie altre categorie professionali o sociali. Ora, la propensione all’inchino ritorna con connotazioni tragiche anche riguardo al recente naufragio della nave Concordia.
Sembra ormai certo che un “inchino” di troppo o comunque troppo azzardato sarebbe all’origine della sciagura nautica che ha procurato un numero non ancora precisato di vittime e rischia di compromettere l’ecosistema della nostra costa tirrenica. L’"omaggiata" da tale riverenza sarebbe in questo caso non una personalità di spicco, bensì un’isola, quella del Giglio, la quale avrebbe di certo fatto volentieri a meno di tale “cadeau” non richiesto.
Gli addetti ai lavori la chiamano “navigazione turistica” con una dizione che appare ben più innocua e rispettosa delle norme di quanto non sia la parola "inchino". Essa consiste nell’avvicinarsi il più possibile alla costa per rendere omaggio ad alcune località di rilievo, con “bestioni” di 2-300 metri di lunghezza, in zone dove anche con un gommone si rischierebbe non poco. Una prassi che sembrerebbe essere ampiamente tollerata dalle Capitanerie di porto ed essere addirittura incentivata dalle stesse compagnie di navigazione.
«La compagnia Costa era al corrente della prassi ricorrente degli inchini, che fa pubblicità e che venne pianificata prima della partenza da Civitavecchia», ha riferito agli inquirenti il comandante della nave naufragata, Schettino. Quest’ultimo conferma anche la sconsiderata pratica della “sfida” tra comandanti in questo genere di manovre, ed infatti il suo insano gesto sarebbe frutto di una competizione nautica intrapresa con un collega operante nella stessa compagnia Costa Crociere.
Tali “inchini” sarebbero poi un’attrazione che informalmente farebbe parte del pacchetto crocieristico; infatti, secondo Schettino, gli annunci di questo particolare evento sarebbero persino stampati sui dépliants informativi che vengono distribuitii la mattina a bordo delle navi.
Insomma, una pratica spesso sconsiderata avallata a più livelli, non solo una stravaganza opera dell’estro momentaneo di chi comanda la nave. Purtroppo, nel caso del Giglio, da questa discutibile forma di “genuflessione” nautica la nave “Concordia” non potrà più risollevarsi.
(Immagine di : AP/ Photo di Gregorio Borgia)
Raffaele Basile