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L'Italia è il paese più corrotto d'Europa: ecco la classifica di Transparency International

GENOVA, 03 DICEMBRE 2014 - L’Italia è al primo posto nella classifica dei paesi percepiti come i più corrotti in Europa. A sancirlo è la speciale classifica del Corruption Perception Index 2014 resa nota da Transparency International il quale si basa, come è possibile leggere sul report, "on how corrupt their public sector is perceived to be". In soldoni, su come la corruzione è percepita nel settore pubblico.

Corruzione, Italia al primo posto tra i paesi europei 

L’Italia occupa la 69 posizione risultando stabile rispetto a dodici mesi fa. Un risultato che, pur non essendo peggiorato, è comunque negativo per il nostro paese a testimonianza di quanto la corruzione oramai la faccia da padrone nell’intero sistema politico ed economico del nostro paese. C’è da dire che la posizione occupata dall’Italia fa riferimento ad alcuni dati e rilevazioni raccolte prima dello scoppio del caso “mafia capitale”, che sta facendo tanto clamore a Roma.
Il nostro paese risulta il più corrotto d’Europa ed occupa le posizioni più basse insieme a Grecia e Bulgaria che, rispetto ad un anno fa, hanno leggermente migliorato la loro condizione.

Ad occupare le prime posizioni della classifica Corruption Perception Index 2014 ci sono alcuni stati del nord Europa come Danimarca, Finlandia e poi la Nuova Zelanda, mentre nelle ultime posizioni ritroviamo la Corea del Nord, la Somalia e il Sudan che sono in assoluto i paesi più corrotti del mondo.
Sono ben 178 i paesi presenti nella classifica stilata da Trasparency International che, partendo da un coefficiente che va da 0 a 100 ed utilizzando alcuni dati sensibili resi disponibili dalla Banca Mondiale, Banca africana per lo sviluppo e Fondazione Bertelsmann, ha identificato gli stati più onesti da quelli meno.[MORE]

In netto calo rispetto all’anno scorso anche la Cina, che scivola dall’80imo posto del 2013 al 100imo nel 2014. Anche la Turchia perde posizioni rispetto alla classifica del 2013: quest’anno, infatti, scende di undici posizioni ed occupa la posizione 64 riuscendo a fare meglio del nostro paese.
Nei piani alti della classifica ci sono gli Stati Uniti D’America in 17ima posizione, al 14imo posto c’è la Gran Bretagna, al 12imo posto la Germania e poi ancora: al 26imo posto la Francia, 37imo posizione la Spagna.
Peggio di noi riescono a fare l’India classificatasi all’85imo posto, il Messico al 103imo posto, l’Iran al 136imo posto e la Russia in 136ima posizione. 

Virginio Carnevali, lotta alla corruzione: fondamentale partecipazione cittadini 

Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, ha sottolineato come la classifica rispecchi le condizioni di un paese ancora lontanissimo dalla possibilità di riscattarsi: “il CPI 2014 evidenzia come il nostro Paese non sia ancora riuscito ad intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico”.

Per Carnevali è importante che tutti si diano da fare per cambiare: “ non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre altri Paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione”.

Importante per Carnevali è il supporto ed il coinvolgimento dei cittadini: “solo grazie a loro sarà possibile portare alla luce gli illeciti che altrimenti continueranno a rimanere insabbiati”. Proprio per questo motivo Transparency International Italia ha deciso di proporre e promuovere l’ Allerta Anticorruzione Alac: un servizio per tutti i cittadini e non solo, che vittime o testimoni di casi di corruzione potranno procedere alla segnalazione del caso specifico senza dover ricorrere alle istituzioni.

Carnevali ha detto: “noi possiamo aiutarli facendo in modo che il caso venga allo scoperto, superando così il muro di impunità che ancora oggi protegge i corrotti”.
Di fatti stando ad alcuni dati emessi dal Barometro globale della corruzione risalente al 2013 in Italia solo il 56% della popolazione sarebbe disposta a segnalare un caso di corruzione contro il 69%, media dei restanti paesi.

(foto: transparency.org)

Emanuele Ambrosio