Cultura e Spettacolo
L’intramontabile dilemma tra realtà ed apparenza ne “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello
L’intramontabile dilemma tra l’apparire e l’essere, tra realtà ed apparenza, tra ciò che è e ciò che appare insieme alla pazzia, all’ipocrisia, alla frammentazione della vita quotidiana sono i temi fondanti della commedia “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello portata in scena al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme dalla compagnia amatoriale Ibaki di Mendicino nell’ambito della rassegna teatrale “Vacantiandu” con la direzione artistica di Nico Morelli, Diego Ruiz e la direzione amministrativa di Walter Vasta.
Lo spettacolo è stato un piccolo omaggio della regista Imma Guarasci all’Opera dei pupi che funge da ponte metaforico tra Calabria e Sicilia, tra il teatro di figura e il teatro d’attore che sulla scena muove i fili della sua marionetta. La commedia , ispirata alla novella “ La verità”, riprende l’originale umorismo della prima versione della “ Birritta cu’ i ciancianelli” rivelandosi un classico intramontabile della drammaturgia italiana per l’ attualità della tematica raccontata dalla compagnia Ibaki ad un pubblico non eccessivamente numeroso che ha disertato il terzo appuntamento in programma forse perché intimorito dalle pessime condizioni del tempo.
I protagonisti della rappresentazione Luigi Gaudio ,nel ruolo di Ciampa, e Monica Rossi, nel ruolo di Beatrice, insieme agli altri attori, hanno raccontato le vicende di una famiglia borghese e di componenti della società che si impupano in atteggiamenti e ruoli di facciata, in stili di vita ammirevoli ostentando in pubblico false virtù. In questo equilibrio collettivo ognuno gode della propria rispettabilità fino a quando Beatrice Fiorica decide di svelare la tresca amorosa fra suo marito e la moglie di Ciampa, il contabile della sua azienda.
A nulla valgono i tentativi di dissuasione del fratello Fifì, della madre, né l’implorazione del ragioniere stesso che, intuendo la trappola che Beatrice vuole tendere agli adulteri, tenta di salvare la sua onorabilità e quella della moglie per non essere additato dai paesani come un “ Becco”, appellativo ignominioso. Per persuadere Beatrice a non persistere nel suo dissennato piano, Ciampa usa tutte le corde dell’orologio racchiuse nel cervello: la corda civile,la corda seria e la corda pazza dando assoluta precedenza alla corda civile. Beatrice però denuncia gli amanti colti in fragranza che vengono arrestati: la relazione adulterina sarà resa pubblica e i pupi onorevoli saranno fatti a pezzi.
Ma l’unico modo di restituire la rispettabilità e l’onorabilità dei pupi è quello di far passare Beatrice per pazza gridando in faccia a tutti la verità perché chi ragiona e dice la verità non è creduto e perciò considerato pazzo. Ed è ciò che avviene: Beatrice viene rinchiusa per tre mesi in un manicomio e cosi piegandosi al codice di comportamento, imposto da Ciampa, può salvare le apparenze e ricomporre il comune senso dell'onorabilità della famiglia Fiorica e di tutti gli altri interessati mettendo a tacere l’intero paese che sapeva tutto ma era come se nessuno sapesse.
Più che buona la performance evidenziata dall’attore Luigi Gaudio ( Ciampa) che è riuscito a trasmettere agli spettatori l’essenza delle sue vicissitudini , il suo dramma e la gravità della catastrofe, prima intuita e poi franatagli addosso. E per questa sua abilità ha ricevuto consensi ed applausi. Meno lusinghiera la performance della compagnia, attiva da un anno e mezzo, che non ha retto completamente ad un testo così impegnativo, che compendia tutta la poetica di Pirandello, e che avrebbe richiesto una maggiore presenza scenica, una maggiore costanza ritmica, un’adeguata maturità artistica e professionale.
Sul palco anche Alessandro Bartoletti (Fifì), Mike Gaudio ( Delegato Spanò), Mariarosa Gaudio (Fana), Rita De Cicco ( Assunta), Emanuela Grillo ( Saracena), Eva Gaudio( Rosalia), Alice Curia( Tuzza), Antonio Minnicelli( Logatto), Patrizia Fancellu( Mariannina), Paola Cannataro ( Nina).
Lina Latelli Nucifero